Per Vendetta by Alessandro Perissinotto

Per Vendetta by Alessandro Perissinotto

autore:Alessandro Perissinotto [Perissinotto, Alessandro]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788817033725
editore: BUR Biblioteca Univerzale Rizzoli
pubblicato: 2009-10-28T23:00:00+00:00


Quando Efrem arrivò, alle quattro esatte, madre e figlia erano già lì, visibilmente tese, mute di fronte a due tazze di cioccolata. Nel vederlo entrare, Graciela si alzò e lo baciò su una guancia, ma così vicino all'angolo della bocca che si sarebbe detto che la traiettoria delle labbra era stata corretta all'ultimo istante.

«Alicia mi ha detto che hai delle novità. Hai scoperto qualcosa?»

«Non è proprio una scoperta, è solo un'ipotesi. Forse il nome…»

«Scusa, non ti ho neppure lasciato sedere. Cosa prendi?»

Con la mano, la donna attirò l'attenzione del cameriere ed Efrem ordinò una Quilmes.

«Come le dicevo, ho un'ipotesi sul cognome di padre Tino. È possibile che si chiamasse Skanderbeg?»

Il volto di Graciela si illuminò, ma lui ebbe l'impressione che si sarebbe illuminato di fronte a qualsiasi nome, per la sola gioia di poter ridurre la vaghezza di quella triade indefinita: Scanbek, Salterbeg, Sanbergek.

«Giorgio Castriota Skanderbeg» riprese, «è l'eroe nazionale albanese. Nel Quattrocento liberò il suo Paese dalla dominazione turca, ma i suoi discendenti ottennero parecchi feudi in Italia, in particolare in Puglia. Ecco perché il nome Skanderbeg è diffuso nelle regioni del Sud Italia».

«Se è molto comune sarà difficile trovare tracce della sua famiglia. Io pensavo che fosse particolare».

«No, non è assolutamente comune; però, soprattutto in Puglia e in Calabria, alcuni paesi sono stati fondati dagli albanesi guidati dal figlio di Skanderbeg e lì alcune famiglie portano ancora il suo nome».

«E questo è importante?»

«È importantissimo, perché mi consente di limitare le ricerche agli archivi che, in linea di massima, contengono i dati degli immigrati italiani provenienti dai comuni arbëreshë, cioè dalle zone italiane di lingua albanese».

Efrem aveva completamente dimenticato la questione della permanenza delle lingue minoritarie: se la sua ipotesi fosse stata corretta, padre Tino avrebbe dovuto parlare albanese e non italiano. Ma la realtà è sempre un po' più complessa della teoria e la scarsa attenzione al problema linguistico, invece di tradirlo, finì per determinare il successo della ricerca.

«Significa» proseguì, «che, in prima battuta, posso concentrarmi solo sulle comunità pugliesi e calabresi».

Il pagliaio riduceva notevolmente le sue dimensioni e ora la ricerca, pur rimanendo insensata, diventava possibile.

«Quand'è che puoi iniziare a studiare i documenti?»

«Qui non c'è nulla che mi possa essere utile. Tutto quello che mi serve è negli archivi del Dipartimento di Storia Argentina dell'Università di Buenos Aires».

Alicia, che per tutto il tempo aveva ascoltato in silenzio, intervenne:

«Il 24 luglio inizia la pausa invernale: potremmo andarci in quei giorni».

«Prima non è possibile?»

«Dai, mamma! Sono poche settimane».

«Hai ragione. Sto perdendo la testa. Meno male che ci sei tu. E anche tu, Efrem; grazie, grazie davvero».

Gli prese la mano tra le sue, ma questa volta si limitò a stringerla.



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