Pieno giorno by J. R. Moehringer

Pieno giorno by J. R. Moehringer

autore:J. R. Moehringer [Moehringer, J. R.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Biography & Autobiography, General
ISBN: 9788858508138
Google: SC9NBQxjoW8C
editore: EDIZIONI PIEMME
pubblicato: 2013-02-27T23:00:00+00:00


QUATTORDICI

Willie sui gradini davanti alla biblioteca, in attesa dell’apertura. Negli ultimi mesi è riuscito a scovare tra gli annunci qualche lavoretto temporaneo. Ha pulito le scale in un palazzo di uffici poi il capo ha dovuto ridurre il personale. Ha pulito i gabinetti alla stazione degli autobus poi è rientrato il tizio che aveva sostituito. Ha quasi finito i soldi. Non ha una famiglia, non ha amici, tranne Marcus, che è messo peggio di Willie. Ha bisogno di un lavoro stabile, subito, adesso, altrimenti... La biblioteca apre le porte. Willie corre di sopra, alla sala di lettura, prende una manciata di quotidiani, si siede. Fa passare le offerte di lavoro due volte, lentamente, speranzoso. Niente. Si stropiccia gli occhi, si massaggia le tempie. Scorre rapido le notizie. Quattro milioni di senza lavoro. Milletrecento banche fallite, solo quest’anno per l’anno prossimo le previsioni dicono il doppio, forse il triplo. Accartoccia il giornale, lo scaglia sul pavimento. I bibliotecari lo guardano con riprovazione. Esce sbattendo la porta. Entra in contatto con il marciapiede grazie a un altro buco nelle suole. Prima che possa pensare al buco e a come diavolo procurarsi un nuovo paio di scarpe, l’infezione al dente comincia a pulsare. Preme una mano sulla mascella. Il più delle volte riesce a sopportarla, ma oggi fa proprio male. Cammina e cammina, lottando contro la rabbia e la fame, e alla fine si ritrova davanti a una banca. Fissa le colonne in marmo, le aquile d’oro e d’ottone intorno all’ingresso. Osserva i clienti che vanno e vengono. Vede il guardiano che inizia a chiudere. È già ora di chiusura? Quante ore sono passate? Dev’essere scivolato in una specie di torpore.

Si trascina fino al postaccio dove dorme. Il letto è pagato ancora per una settimana. Poi? Si stende sul giaciglio pieno di bitorzoli, tira il copriletto fino al mento. Ha un sentore acido, l’odore dell’inquilino precedente. E di quello prima, e di quello prima ancora. Gli sembra di vederli tutti stesi lì, tutti con lo stesso pensiero fisso in testa. Si appisola. Si sveglia zuppo di sudore, il vicino di stanza che picchia sul muro. Silenzio, lì dentro! Willie dev’essersi messo a urlare nel sonno, un’altra volta. La stanza è immersa nel buio. Non sa che ore sono. L’orologio l’ha impegnato. Ma dal numero di luci nell’edificio di fronte è facile dirlo è tardi. Va al lavello, bagna la salvietta, se la preme su viso e collo. Infila giacca e cappello, esce a fare due passi. Si ritrova di nuovo fuori dalla banca. Di fronte c’è un drugstore. La vetrina proietta un trapezio di luce bianca e viola sul marciapiede. Willie si ferma proprio accanto al trapezio. Guarda le finestre dei palazzi e delle case tutt’intorno. Ogni finestra è una storia. Simile probabilmente alla sua. Si inventa le loro storie, se le racconta, una dopo l’altra, storie di gente stanca, malata, impaurita, povera. Poi guarda la banca. Ancora. E passa un’ora. Poi tre. Compare la guardia della banca. Willie lo vede aprire la porta.



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