Plexus by Henry Miller

Plexus by Henry Miller

autore:Henry Miller
La lingua: ita
Format: azw3, epub, mobi
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


NOTE:

(1) Romanzo una volta famoso di George Du Maurier (che l'ha anche

illustrato) da cui fu tratto un film e anche un'opera di Deems

Taylor, (N'd't').

(2) Un decano è il gruppo di dieci gradi dello zodiaco, (N'd't').

Capitolo VIII

Era stato Maxie Schnadig a presentarmi, qualche anno addietro, a

Karen Lundgren. Che cosa aveva potuto avvicinare quei due, non saprei

immaginarmelo. Non avevano assolutamente nulla in comune.

Karen Lundgren era uno svedese che aveva compiuto i suoi studi a

Oxford, dove aveva fatto una certa impressione con le sue prodezze

atletiche e la sua rara erudizione. Era un gigante biondo, dai

capelli ricciuti, dalla parola dolce ed eccessivamente cortese.

Possedeva gli istinti combinati della formica, dell'ape e del

castoro. Minuzioso, sistematico, tenace come un bull-dog, tutto quel

che iniziava lo conduceva sino in fondo. Duro al gioco come al

lavoro. Però il lavoro era la sua passione. Poteva lavorare in piedi,

seduto, e sdraiato nel letto. E, come tutti i grandi lavoratori, era

in fondo pigro quanto il peccato. Quando cominciava qualcosa,

bisognava sempre che elaborasse i piani per portarla avanti con la

minor fatica. Inutile dirlo, queste scorciatoie implicavano un grande

dispendio di tempo. Però gli faceva bene rompersi il collo per

scoprirle. Rendimento, del resto, era il suo nome e lui non era altro

se non un dispositivo ambulante e parlante per risparmiare fatica.

Per quanto semplice fosse un compito, Karen sapeva renderlo

complicato. Avevo subìto una buona dose delle sue stravaganze quando,

qualche anno prima, lavoravo come suo apprendista in un ufficio di

ricerche antropologiche. Lui mi aveva iniziato agli intricati misteri

d'un sistema di classificazione decimale accanto al quale il nostro

sistema Dewey sembrava soltanto un gioco da bambini. Col sistema di

Karen, eravamo in grado di classificare tutto quel che esiste sotto

il sole, da un paio di pedalini di lana bianca alle emorroidi.

Come ho detto, non avevo visto Karen da diversi anni. L'avevo

sempre ritenuto un fenomeno da fiera, e non avevo rispettato né la

sua intelligenza né le sue prodezze atletiche. Noioso e laborioso,

ecco le sue principali caratteristiche. Ogni tanto, certo, rideva di

cuore. Rideva troppo di buon cuore, potrei dire, e sempre al momento

sbagliato o per la ragione sbagliata. Questa capacità di ridere, la

coltivava, come una volta aveva coltivato i muscoli. Aveva la mania

di essere tutto per tutti gli uomini. Ma gli mancava il tatto

necessario.

Do di lui questo abbozzo approssimativo perché ora lavoro di nuovo

per lui. E anche Mona. Viviamo tutti insieme sulla spiaggia a Far

Rockaway, in una capanna costruita da Karen in persona. Per essere

precisi, l'alloggio non è del tutto terminato. Onde la nostra

presenza qui. Lavoriamo senza compenso, contenti di avere vitto e

alloggio presso Karen e sua moglie. Resta ancora molto da fare.

Troppo. La fatica comincia dal momento in cui apro gli occhi sinché

non cado dalla stanchezza.

Per tornare un po' indietro... Il mio incontro fortuito con Karen

per la strada fu una grazia del cielo. Quando capitò lui eravamo

letteralmente senza un soldo. Capite, Stanley una sera, nel momento

di andare al lavoro, ci aveva detto che ne aveva abbastanza di noi.

Si doveva far fagotto e andarcene sull'istante. Ci avrebbe aiutato a

prepararci e ci avrebbe accompagnati al métro. Senza spiegazioni.

Certo, mi ero atteso qualcosa di simile da un giorno all'altro.



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