Pop. 1280 by Jim Thompson

Pop. 1280 by Jim Thompson

autore:Jim Thompson
La lingua: ita
Format: azw3, epub
Tags: Noir
editore: MONDADORI
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


XV

Voglio che le cose si presentino così: zio John ha sparato a Tom con il fucile di Tom, e Tom gli ha levato il fucile e gli ha sparato anche lui. O viceversa. Ma quando ci ripenso, mi ha tutta l’aria che la gente non la vedrà così. E se la gente non la vede così, significa che comincerà a cercare l’assassino. Per un po’, mi sento stringere le budella per la paura. Ma poi mi accorgo che non ce n’è bisogno. D’accordo, sembra assurdo, la gente non sta a pensarci sopra. Zio John è stato ammazzato quasi due giorni dopo Tom, e tutti e due hanno detto l’ultima appena si sono beccati le pallottole, ma la gente non fa due più due e non si chiede com’è che uno che è morto da due giorni ha potuto far fuori un altro.

Certo i due cadaveri sono inzuppati e coperti di fango ed è difficile dire quale è morto prima. Qui a Potts County mica siamo attrezzati per fare indagini e ricerche scientifiche. Se le cose si presentano in un dato modo, la gente pensa che certo le cose sono andate in questo dato modo e che è inutile mettere in piedi un casino, perché tanto non serve a riportare in vita zio John e Tom Hauck.

Il fatto è che a nessuno gliene importava un accidente di questi due. Per quanto riguarda Tom, la gente pensa che è meglio che qualcuno l’ha fatto fuori, che tanto era un buono a nulla. E per quanto riguarda zio John, non gliene frega niente a nessuno, di un negro. Gliene frega solo ai suoi amici negri, e chi se ne frega se ai suoi amici negri gliene frega?

Ma forse sto correndo troppo…

Mollo il fucile tra Tom e zio John, poi pianto il carro di Tom dov’è, torno alla fattoria degli Hauck attraverso i campi; e riprendo il mio calesse. Ormai è molto tardi. O è troppo presto: mancano un paio d’ore all’alba e io non mi fermo alla fattoria. Procedo verso la città.

La porta della rimessa è aperta e lo stalliere ronfa come una cicala in mezzo all’erba. Su un bidone c’è una lanterna accesa che getta una lingua di luce tremolante giù per gli stalli. Caccio dentro cavallo e calesse, e lo stalliere continua a ronfare. Poi esco di nuovo nel buio. Nel buio e nella pioggia.

Non c’è un gatto, per la strada. Per forza. Anche se non pioveva, a quest’ora non c’è mai un gatto per la strada. Arrivo al tribunale, mi sfilo gli stivali, salgo in punta di piedi e mi caccio a letto.

Dopo tutta l’umidità che mi sono beccato, il caldo delle coperte mi sembra un paradiso. E poi sono stracco morto. Tant’è vero che piombo immediatamente a dormire, invece di girarmi e rigirarmi per una quindicina di minuti come al solito.

Poi, mi sembra di avere appena appoggiato la testa sul cuscino, Myra comincia a sbraitare e a scuotermi.

«Nick! Nick Corey, tirati giù di lì! Accidenti, vuoi dormire tutto il giorno?»

«Perché no?» borbotto, aggrappandomi al cuscino.



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