Potrebbe far male by Stephanie Wrobel

Potrebbe far male by Stephanie Wrobel

autore:Stephanie Wrobel [Wrobel, Stephanie]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Fazi Editore
pubblicato: 2023-10-27T17:54:13+00:00


20

Gabe si congedò e uscì dal mio camerino sorridendo apertamente e balbettando i suoi ringraziamenti. Si precipitò nel corridoio lasciandomi sola con Jack.

Mia sorella entrò nella stanza e mi avvolse in un abbraccio irruento, come se non avesse passato la maggior parte della sua vita adulta a evitarmi. Io tenni le braccia ferme lungo i fianchi.

Lei si ritrasse. «Sono così orgogliosa di te. Mentre eri là sopra la folla ti adorava, Signora Senza Paura».

Annuii. «Grazie, Jack». Non vedevo mia sorella da una vita. Il trucco maldestro che si era messa sul viso la faceva sembrare molto più vecchia dei suoi ventisette anni. A un certo punto della sua vita si era anche messa un piercing al naso che mi parve disperatamente puerile.

Jack esitò. «Adesso mi faccio chiamare con il mio no­me».

Inarcai le sopracciglia, stupita dal fatto che, finalmente, mia sorella avesse tirato fuori le palle. «Capisco. E adesso come ti chiama Signore, Abigail?».

La sua espressione si incupì, esattamente come mi aspettavo. Un conto era prendere posizione davanti a tutto il mondo. Prendere posizione davanti a tuo padre era ben altro.

«Ti va di andare a cena?», mi chiese, ansiosa di cambiare argomento. «Offro io. Prima fammi portare a casa Signore».

Almeno aveva il buon senso di non invitarlo.

Trenta minuti più tardi mi raggiunse in una trattoria a conduzione familiare. Il primo bicchiere di rosso scomparve in fretta per entrambe, ma Jack svuotò il suo come se in Toscana ci fosse la siccità. Dopo, guardò a lungo il bicchiere. Stava aspettando che io dicessi qualcosa, anche se non riuscivo a immaginare cosa.

Quando infine arrivarono i nostri piatti, spaghetti al ra­gù per lei, pollo alla cacciatora per me, ero già stata aggiornata su tutti i dettagli della vita di Jack. In base a quello che mi aveva raccontato, avevo ancora meno in comune con lei adesso rispetto a quando ero piccola. Molto presto avrebbe sposato il suo fidanzato dell’università, avrebbe prodotto qualche erede e continuato a gestire la piccola azienda di marketing che serviva clienti nell’Ohio occidentale. Conduceva una vita tipica del Midwest. Non riuscivo a credere che una persona che aveva avuto un’infanzia tanto travagliata potesse evolversi in qualcosa di così poco interessante.

«Un vero peccato che la Mamma non sia potuta venire, questa sera», disse Jack, a metà del terzo bicchiere. «Lo spettacolo le sarebbe piaciuto molto».

«Tu dici?». Mi appoggiai allo schienale di cuoio rosso appiccicaticcio. «È troppo impegnata a prostrarsi davanti a nostro padre per potersi formare un’opinione tutta sua. E, a giudicare dal suo commento, lui preferirebbe essere bruciato sul rogo piuttosto che assistere a un altro dei miei spettacoli».

Le sopracciglia di Jack si sollevarono di scatto. «Cavolo. Che cosa ha detto?».

«Il solito. Che sono un miserabile fallimento, che la mia professione è sordida. Questa volta mi ha paragonato a una puttana di strada, una nuova rifinitura».

Lei accusò il colpo. «Pensavo che si sarebbe comportato bene».

Fissai mia sorella. «E quando diavolo lo ha mai fatto?».

Il mio sguardo di fuoco la mise palesemente a disagio.

«Si può sapere perché lo hai portato?».

«Ho pensato che sarebbe stato bello riunire tutta la famiglia.



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