Presunzione by Mercadante Luca

Presunzione by Mercadante Luca

autore:Mercadante, Luca [Mercadante, Luca]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


14

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Il giovedì di quella stessa settimana mi feci prestare la macchina da Roberto e facemmo il giro dei locali che secondo lei avrebbero volentieri ospitato il nostro cineclub.

Roberto aveva provato a resistere alla mia richiesta, perché era particolarmente affezionato a quella macchina e alle sue stelline adesive, ma lo fece mentre già tirava fuori le chiavi.

«Te lo hanno detto che esistono gli autobus?»

Mi affrettai ad afferrare il mazzo.

«Piove a dirotto».

«Seh seh», disse, mentre si girava per raggiungere gli altri, «ricorda di chiudere sempre a chiave, che lo stereo costa più di tutta la scuola».

Con i titolari dei locali parlò sempre lei. Spalle squadrate e seno avvolto dal tessuto della maglia accollata, ad ogni movimento si sentiva il tintinnare dei suoi bracciali. Matilde era uno spettacolo di sicurezza. I titolari dei locali (avessero quaranta o sessant’anni) le prestavano attenzione: in pratica la trattavano con serietà le stesse persone che mi avrebbero ignorato dandomi del «giovane».

Eravamo senza ombrello e ogni volta che rientravamo in auto lo facevamo di corsa sotto la pioggia ridendo e lei si teneva al mio braccio per non cascare. Appena dentro, l’abitacolo si riempiva del suo profumo di creme solari e il mio cazzo tornava duro.

Stare fuori dai banchi e dalle mura scolastiche mi faceva sentire diverso. Eravamo un uomo e una donna in macchina. Eravamo in movimento e anche se in realtà stavamo solo facendo il giro di Caserta, avevo l’impressione che fosse cominciato un viaggio che avrebbe potuto portarmi ovunque. Era forse quello l’inizio della vita vera?

«Chi era la ragazza che chiamavi al telefono la prima mattina che ci siamo incontrati al bar?»

Proprio non sapevo cosa rispondere, non mi ero preparato una bugia e sapevo di non essere bravo a improvvisare. Tacqui fino a quando non ebbi bene in mente che cosa dire, crogiolandomi nella teatralità del silenzio. Accostai davanti all’ultimo locale della lista e dissi: «Non sto con nessuno, è una cosa estiva, lei è inglese».

Feci per scendere, ma lei si accese una sigaretta e disse che voleva prima fumarla. Reclinò leggermente il sediolino e si mise comoda facendo scendere più giù il bacino. Con lo stesso movimento aveva piegato le ginocchia e aperto le gambe.

«Mi ero fatta l’idea che tu non fossi mai stato con una ragazza».

Non mi difesi da quell’accusa, preferii fingere di non aver neanche capito cosa volesse intendere.

«Non è la mia ragazza», dissi, e mi accorsi di avere ancora le mani sul volante. Allora mi appoggiai anche io allo schienale e raccolsi l’accendino che lei aveva lasciato nel vano sotto il freno a mano. «Si chiama Brigitte, è londinese».

«E che fa Brigitte a Londra?»

«Nuota. Nuota almeno quattro ore al giorno».

Scendemmo dalla macchina. Fece un saltello per superare il rivolo d’acqua che scorreva fra il marciapiede e la strada e io la seguii. Prima di entrare nel locale si fermò girandosi e mi ritrovai addosso a lei. Aveva l’espressione di chi è stato attraversato da un pensiero improvviso. Mi tappò la bocca con la mano, le sue dita sapevano di sigaretta. Mi



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