Re Bianco by Juan Gómez-Jurado

Re Bianco by Juan Gómez-Jurado

autore:Juan Gómez-Jurado
La lingua: ita
Format: azw3, epub, mobi
editore: Fazi Editore
pubblicato: 2022-06-11T10:27:57+00:00


2

Un indirizzo

Jon riesce a vestirsi in tempo record e a raggiungere la macchina quando Antonia sta ancora finendo di allacciarsi le scarpe da ginnastica. Troppo tardi. Si è già messa al volante. E Jon è stato talmente idiota da lasciare le chiavi inserite.

«Guiderò con prudenza», gli promette Antonia, seria, vedendolo piazzato lì, probabilmente mentre decide se tirarla fuori di peso o no.

«Rispettando il limite di velocità?», puntualizza Jon, perché non è la stessa cosa.

«Rispettando il limite di velocità».

Jon le crede. Contro ogni raziocinio. Subito. Si rende conto, in modo stranamente lucido – mentre fa il giro attorno alla macchina, apre la portiera del conducente, si allaccia la cintura – che le sue connessioni cerebrali si sono ricablate per fidarsi ciecamente di Antonia Scott. Allo stesso modo in cui il suo corpo l’ha fatto al fine di proteggerla. Parte di lui rifiuta, non a torto, quel servilismo incondizionato. Non a torto, ma neanche con maturità. C’è qualcosa di infantile, minuscolo ed egoista, nel respingere il proprio proposito.

Chiude con forza la portiera per scacciare quel pensiero.

«Non c’è stato un secondo messaggio?», dice Jon, indicando il cellulare di Antonia, posizionato sul cruscotto.

Per Jon, la domanda più importante. Con il primo degli incarichi di White, avevano ricevuto l’indirizzo di un luogo in cui si era commesso un crimine con il primo messaggio e un limite di tempo con il secondo: sei ore.

Chiedere di un secondo messaggio è chiedere quanto gli resta.

Presumibilmente ci sono due classi di persone nel mondo. Quelle che vogliono sapere con esattezza l’ora della propria morte, e si esaspererebbero per il bisogno di sapere. Con una bella bistecca in corpo, un paio di birre e dando una manata sul tavolo, l’ispettore Gutiérrez avrebbe risposto, senza dubitare un secondo, di appartenere a questa prima categoria. Dei suoi cento chili di peso, novantotto sono di ragazzone del Nord. Di uno che si fa il bagno nudo nel fiume in pieno inverno, solleva pietre e rompe l’osso del collo a chiunque venga in mente di nominare invano la amatxo.

Ma.

Magari, un due per cento, accoccolato nel letto nel relax postcoitale, ci penserebbe due volte prima di fare quell’affermazione. Penserebbe che sia meglio non sapere, smentendo il ragazzone del Nord.

«Soltanto il primo messaggio», risponde Antonia, mettendo in moto la macchina.

Jon scopre che non dover mettere un conto alla rovescia, non vedere i numeri che diventano sempre più piccoli, gli procura un considerevole sollievo.

Avere una bomba avvitata sottopelle è utilissimo per la scoperta interiore, pensa Jon, annotando mentalmente di esprimere la propria gratitudine al signor White alla prima occasione che gli si presenti.

A ogni modo – Bilbao è Bilbao, e gli sbirri sono sbirri – a rispondere è il ragazzone del Nord, esasperato.

«Ma che bello. Sappiamo almeno cos’abbiamo?».

«No, ancora no. Mentor ci sta lavorando. Ma quando lo scoprirà, voglio essere in vantaggio».

C’è qualcosa nel modo in cui ha pronunciato quella frase che a Jon stride un po’.

Non in sé e per sé, ma perché vibra alla stessa frequenza della conversazione che ha avuto al telefono con White. Jon non l’ha captata per intero.



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