reyes - Il libro di Emma by Emma Reyes

reyes - Il libro di Emma by Emma Reyes

autore:Emma Reyes [Reyes, Emma]
La lingua: eng
Format: epub
pubblicato: 2019-10-01T22:00:00+00:00


Quattordici

Mio caro Germán,

ogni laboratorio era diretto da una suora specializzata nella materia. Suor Carmelita, l’unica Santa che ho conosciuto, dirigeva il laboratorio di ricamo. Aveva le mani d’oro, tutto ciò che faceva era perfetto. Non c’era problema che non sapesse risolvere, era lei a inventarsi le decorazioni e a calcarle sulle stoffe. Noi ricevevamo le stoffe pronte per iniziare il ricamo; disegnava monogrammi per lenzuola, fazzoletti, pigiami di una bellezza e un’eleganza straordinarie. Se qualcuno commetteva un errore o strappava i tessuti, cosa che succedeva spesso, era lei ad aggiustarli. Conosceva più di trecento punti diversi che applicava come più le piaceva secondo le forme del disegno e la qualità delle tele. Insieme alla stoffa ci veniva dato il disegno corrispondente e, siccome non sapevamo leggere, per ogni disegno tracciava in azzurro la forma del punto che voleva che facessimo. Molti anni più tardi la rimpiazzai praticamente in tutte le sue mansioni, perché la poveretta ormai era diventata quasi cieca. Il laboratorio di sartoria era diretto da Suor Trinidad, originaria dell’Antioquia e forte come un toro, dura e sprezzante a livelli quasi disumani. Era quella che più ci maltrattava perché eravamo figlie della strada, perché eravamo povere, perché eravamo stupide, degli esseri spregevoli degni di compassione. Ma era una sarta straordinaria e certo, come tutte, aveva le sue preferenze.

Suor Teresa, la più volgare, ordinaria, con un animo da aguzzina, dirigeva il guardaroba e la lavanderia. In lavanderia c’era moltissimo lavoro, dopo il ricamo era ciò che fruttava più denaro. Ogni settimana arrivavano centocinquanta sacchi di vestiti da lavare, stirare e rammendare. C’era molta roba delicata di chiesa o tovaglie da inamidare e stirare alla perfezione. Suor Teresa gestiva tutto ciò che riguardava i vestiti, ma nella sala da stiro c’era Suor María Ramírez, la suora a cui ho voluto più bene e che era la responsabile della sala. I ferri da stiro, a carbone, erano di tutte le dimensioni, alcuni erano grandi e pesantissimi, altri così piccoli che sembravano giocattoli. Su un tavolo di cemento giacevano in attesa più di venti ferri, tutti caldi, pronti all’uso.

Nel secondo cortile c’era il laboratorio di tessitura, rattoppo e rammendo; la direttrice era Suor Inés, poveretta, non la prendevamo mai sul serio, la consideravamo una di noi e nessuno le obbediva; non la rispettavano neanche le stesse suore: pare che venisse da una famiglia molto umile di Boyacá e tra le suore le differenze di classe sociale erano terribilmente evidenti.

Suor Onorina era il nostro divertimento. Italiana, parlava malissimo lo spagnolo, nonostante fosse abbastanza vecchia, era agile e nervosa come una trottola, sempre agitata, aveva un brutto carattere ma era buonissima e di un’umanità straordinaria. La cosa che ci faceva ridere di più era il nome, Onorina, e poi il suo modo di parlare e la buffoneria, in lei c’era qualcosa del pagliaccio napoletano. Dirigeva la cucina e il panificio. Aveva regolarmente quindici bambine ai suoi ordini. Lei era l’unica che andava nel mondo per fare la spesa al mercato, accompagnata da due vecchie che vivevano nel convento da trent’anni, passati tutti in cucina.



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