Rinascere by Manuel Bortuzzo

Rinascere by Manuel Bortuzzo

autore:Manuel Bortuzzo [Bortuzzo, Manuel]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Biography & Autobiography, General
editore: Rizzoli
pubblicato: 2019-11-05T16:00:00+00:00


9

Adesso ci riprendiamo tutto

Un minuto prima ero legato a una rete di ferro, sprofondato in un incubo tremendo, e quello dopo mi sono ritrovato davanti il viso di mia mamma, che era appena entrata nella mia stanza. È impossibile descrivere a parole il sollievo che ho provato. Finalmente era tutto finito, finalmente mi ero svegliato. Ancora non sapevo, ovviamente, che mi aspettavano altri momenti bui, che avevo appena cominciato a fare i conti con il dolore. In quel momento ero solo infinitamente felice di esserci ancora.

Rivedere mia madre è stata un’emozione fortissima: ho subito percepito che, dal momento che lei era lì con me, non poteva più succedermi nulla di brutto, mi avrebbe protetto. All’improvviso ero al sicuro: avevo al mio fianco la persona che per tutta la mia vita si era presa cura di me, quella che mi aveva tenuto in grembo, che mi aveva cullato, che mi aveva consolato, che aveva asciugato le mie lacrime. Rivederla mi ha fatto tornare bambino: da piccoli, qualsiasi cosa ci accada cerchiamo subito rifugio nella mamma e a lei basta un abbraccio e una parolina dolce per rasserenarci. Non avevo idea di cosa mi fosse successo, di come stavo, eppure con mia madre accanto non ho avuto più paura.

Subito dopo sono entrati anche mio padre e i miei fratelli. Ero ancora confuso, ma rivedere i miei familiari mi ha dato una carica di energia e una serenità incredibile: qualsiasi cosa fosse accaduta, il peggio era passato. C’erano loro lì con me, l’incubo era finito, quell’assurda storia del rapimento era solo un brutto sogno. Per la felicità ho persino abbracciato Jennifer, mia sorella – a ripensarci ora, forse era la prima volta che la abbracciavo in vita mia.

Di quella prima settimana dopo il coma mi ricordo pochissimo. Ero ancora imbottito di medicine, stordito e non del tutto consapevole, però mi ricordo benissimo che subito dopo aver rivisto i miei genitori ho chiesto di Martina.

Mia mamma mi ha detto che era lì fuori e che sarebbe uscita per farla entrare. La prima cosa che abbiamo fatto quando ci siamo visti è stata sorriderci, poi ci siamo abbracciati, o meglio mi ha abbracciato lei, perché io non è che riuscissi a muovermi granché. Ci saremo anche detti qualcosa, ma adesso nessuno dei due si ricorda precisamente cosa. D’altronde qualsiasi parola sarebbe stata superflua e non avrebbe nemmeno lontanamente potuto restituire le sensazioni che entrambi provavamo in quel momento. Sembra strano dirlo, visto che lei aveva gli occhi lucidi e io ero su un letto di ospedale, ancora sotto botta, in condizioni critiche, dopo aver perso l’uso delle gambe (anche se ancora non lo sapevo), ma eravamo felici. Il nostro è stato uno degli abbracci più lunghi della storia.

Dopo Martina è venuto a trovarmi anche Alessandro. Chissà come, nonostante non fossi del tutto presente a me stesso, mi sono fatto due calcoli e mi sono ricordato che il giorno prima era stato il suo compleanno.

«Ale, scusami, mi dispiace un sacco non averti fatto gli auguri!»

«Non dirlo nemmeno per scherzo! A modo tuo me li hai fatti e sono stati più belli che mai.



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