Rinnega tuo padre by Giovanni Tizian

Rinnega tuo padre by Giovanni Tizian

autore:Giovanni Tizian [Tizian, Giovanni]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Economic Policy, Popular Culture, Social Science, Political Science, i Robinson / Letture, Public Policy
ISBN: 9788858133446
Google: FKVdDwAAQBAJ
editore: Gius.Laterza & Figli Spa
pubblicato: 2018-06-05T22:00:00+00:00


10.

Ragazze tra paura e coraggio

Maria Concetta era morta da tre anni. L’eco della tragica fine della ragazza ribelle aveva raggiunto ogni paese della Calabria, ogni città italiana, da Palermo a Trento. Anche la stampa internazionale si era interessata al caso. Rosarno, del resto, appena un anno prima era finita su tutte le prime pagine dei giornali del mondo per la rivolta dei braccianti agricoli africani, sfruttati dai padroni locali, umiliati dai giovanotti delle ’ndrine del paese.

Maria Concetta è diventata suo malgrado un simbolo, oggi a dire il vero già un po’ sbiadito, lasciato indietro da un’informazione troppo veloce che tutto divora, anche quello che non dovrebbe essere dimenticato perché ci indica la strada. Come questa giovane donna calabrese. Esempio di ribellione, non di eroismo. Perché Maria Concetta, in fondo, era una ragazza molto fragile, spaventata, travolta dai dubbi. Un’anti-eroina. Una donna normale, insomma. Ma proprio per questa sua normalità vicina a tutti noi. L’esempio che ribellarsi è possibile nonostante le nostre paure e fragilità, e nonostante i rischi. Lei non ce l’ha fatta, è vero, ma altre sì, e sempre di più ne verranno.

Forse Francesca, nel suo piccolo paese affacciato sul mar Ionio, ha pensato proprio a Maria Concetta Cacciola quando ha deciso di fare i conti con i demoni che la perseguitavano da tre anni. Demoni che hanno ridotto Francesca a una cosa da usare e gettare. Merce da esibire, carne da barattare per gonfiare oltremodo il prestigio criminale di un gruppo di amici.

Avevano iniziato a violentarla nel 2013. Aveva solo 13 anni. Il sogno del principe azzurro si trasformò presto in un incubo infestato di orchi che si sentivano padroni della sua vita. Fu così che, all’improvviso, tutto gli sembrò mostruoso. Persino il mare, con cui ogni giorno si coccolava gli occhi tornando da scuola, le apparve ostile. Ogni cosa nel suo paese le provocava una sensazione di disgusto. Avrebbe voluto reagire, ma non poteva. Non ne aveva la forza, era sola, chiusa nel dolore fisico e mentale. Gli abusi, i maltrattamenti, i ripetuti stupri erano un segreto duro e intimo, da custodire e di cui soffrire. Neppure i genitori avrebbero potuto salvarla da quelle sabbie mobili. Alla psicologa del Tribunale, molto tempo dopo, dirà: «Dopo questi ricatti, dopo queste cose io non avevo più stima di me stessa completamente, perché io, in questi momenti, avevo pure momenti... queste crisi, queste cose... dicevo sempre sono una merda, cose così». In quel periodo si procurava tagli sulle gambe, sulle braccia. Usava i coltelli. E lo stomaco non riusciva a ingerire nemmeno le briciole. I pianti, disperati. «Mi sentivo una cosa inutile».

Aveva conosciuto un ragazzo più grande di lei proprio nell’anno in cui compiva 13 anni. L’adolescenza avanzava, c’erano sensazioni e sentimenti da sperimentare. Non era esattamente un periodo felice per una ragazzina che sognava la vita e l’arrivo dell’amore. I genitori stavano affrontando una crisi di coppia. La possibilità della separazione si faceva strada tra le promesse di amore eterno. Questo brusco mutamento familiare aveva trascinato Francesca in una voragine buia e opprimente.



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