Ritratto del Sahara by Antonio Paradiso

Ritratto del Sahara by Antonio Paradiso

autore:Antonio Paradiso [Paradiso, Antonio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Paradiso, Sahara, scultura, Matera
ISBN: 9788897729181
editore: La Stamperia
pubblicato: 2014-05-27T22:00:00+00:00


Testimonianze

Perché Paradiso ama il deserto?

Mario Perniola

Mi sono sempre chiesto quali fossero le pulsioni profonde che hanno portato Antonio Paradiso, uno dei miei più cari amici da decenni, a compiere spedizioni pericolose e in qualche caso esperienze estreme nel deserto. E non ero riuscito a trovare una risposta veramente convincente.

Bisogna premettere che io ho conosciuto un solo deserto, quello del Parque Provincial Ischigualasto, detto anche Valle della Luna, a qualche centinaia di chilometri da San Juan in Argentina, che mi ha interessato da un punto di vista paleontologico. Inoltre ho sempre associato l’idea del deserto alla meditazione, al ritiro spirituale, alla solitudine, alle teofanie, all’eremitaggio, ai movimenti profetici, escatologici, messianici, secondo la tradizione giudaico-cristiana. Ero condizionato dal termine greco érèmos, che vuol dire appunto solitario, vuoto, isolato e, per estensione, devastato e sterile.

Perciò mi restava oscura e incomprensibile la passione di Paradiso per il deserto, perché non mi sono mai accorto che in lui fossero presenti questi aspetti, né li ho trovati nella descrizione delle sue avventure, la quale mi ha molto emozionato perché vi ho scoperto la ragione della profonda affinità che mi lega a lui: l’ardore di lanciarsi in imprese apparentemente impossibili che tuttavia alla fine riescono, nonché l’attrazione irresistibile verso esperienze estreme in cui si toccano i limiti dell’esistenza, sia sul piano fisico ed emozionale che su quello intellettuale e conoscitivo. Se qualcosa non si presenta come magnifico, cioè arduo e difficile, secondo la definizione di Cicerone e di Tommaso d’Aquino, difficilmente suscita in me una passione.

Avevo tuttavia l’impressione che mi sfuggisse qualcosa di essenziale. E finalmente ho trovato la chiave di questo problema. Dove? Nella filologia latina, non in quella greca, della quale ero rimasto prigioniero. La parola latina desertus non ha niente a che fare con érèmos: essa viene dal verbo sero, che vuol dire intrecciare, tessere, annodare, legare. Da questa parola derivano tanto consero, legare insieme, congiungere, unire, quanto desero, abbandonare, lasciare, disertare (da cui appunto desertus).

La spiegazione dell’amore di Paradiso per il deserto sta in questo verbo sero. Le sue avventurose e temerarie spedizioni rispondono a una pulsione profonda: quella di stringere legami emozionali con gli altri. Questi si stabiliscono non solo sulla base di affinità elettive, ma anche nella condivisione di situazioni eccezionali e pericolose. Per Paradiso il deserto è l’occasione ideale – se mi è consentito di introdurre un neologismo – di un conserto. Quando si rischia la vita insieme, non si può dimenticarsene: a maggior ragione quando ciò avviene in luoghi che sono per se stessi eccezionali, straordinari, sublimi, totalmente differenti dalla spenta, monotona, insopportabile quotidianità in cui siamo relegati.

Con un gioco di parole si potrebbe dire che il deserto in cui ci porta Paradiso non è un paradiso; è piuttosto un purgatorio, nel senso di purificazione. Nemmeno dopo si trova il paradiso, ma tornando alla vita di prima, come gli iniziati ai misteri di Eleusi, si vedono le cose in un altro modo.



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