Scommessa mortale by Sconosciuto

autore:Sconosciuto
La lingua: ita
Format: epub
editore: Marsilio
pubblicato: 2023-10-18T14:40:13+00:00

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Durante la quotidiana riunione di redazione fu deciso, su proposta di Selvadego, di mandare il fotografo di cui normalmente si serviva l’Istrice a immortalare la vedova e il fratello di Narciso, nonché la sua tabaccheria con in primo piano il cartello che annunciava la chiusura per lutto di famiglia. Le immagini sarebbero servite a illustrare il nuovo articolo sul mistero dell’isola di Sant’Angelo della Polvere che doveva essere messo in pagina per il giorno successivo. L’inviato, imprudentemente, aveva infatti assicurato che entro sera avrebbe sfornato un corposo seguito sulla vicenda del tabachin. Sapeva di poter quantomeno contare sui suggerimenti di Gaspara e, soprattutto, sui risultati dell’esame autoptico che stava per essere ultimato.

Selvadego propose inoltre che venisse affidato a Lorenzo Lorenzon l’incarico di rintracciare qualche compagno di bevute di Narciso Tagliapietra all’Osteria All’alba o al Sbarlefo. Alvise non voleva occuparsene in prima persona, anche perché avrebbe dovuto frequentare bacari e concedersi brindisi che per lui, “ex” alcolista, cioè alcolista per sempre, erano un pericolo mortale.

Lorenzon avrebbe dovuto far parlare i compari del morto per capire se avevano qualche sospetto o idea verso cui si sarebbero potute indirizzare le indagini. Ma anche per scrivere un ritrattino della vittima vista dagli amici nei momenti di maggior relax. Il maturo reporter non lo disse chiaramente neppure a se stesso, ma sotto sotto quell’ideuzza altruista era anche una sorta di suo risarcimento al giovane praticante per averne pensato tutto il male possibile quando l’aveva visto come un traditore e un rivale che mirava a portargli via Gaspara.

Prima che terminassero le incontenibili supercazzole quotidiane dei soloni del giornale, Alvise lasciò il consesso e andò a telefonare a Ordelaffo Bisognin. Il medico legale, stizzito, protestò che si sentiva pressato troppo da vicino da lui e da Bastiano Possamai, per non parlare degli altri giornalisti che lo cercavano e ai quali neppure rispondeva al telefono. «Sezionare un cadavere e fare le analisi opportune richiede il suo tempo, voaltri pensè che io sia una specie de becher, di macellaio… Comunque go pressoché finìo, la relazione scritta sarà pronta per stasera.»

«La prego, professore… Le esigenze del giornale… Stasera xe troppo tardi!»

«Senta, Selvadego, l’Istrice gavarà le sue necessità, ma anca mi go le mie: adesso finisso l’esame del cranio e poi par mi xe ora di pranzo.»

«Sarei ben lieto di invitarla in un posticino non lontano dall’ospeal» colse la palla al balzo il giornalista, «cussì me pol contar i principali risultati a cui xe rivà prima di metterli per iscritto.»

«No misio mai lavoro e cibo, renderebbe la digestione più faticosa. E poi mi porto sempre qualcosa da mangiare da casa. Me mugièr xe ’na coga piuttosto brava. Xe una specialista del “quinto quarto”. Oggi me ga cusinà fongadina in tocio coa poenta, rognoni trifolai, figà a la venesiana, frito de çerveo e latesini, spiensa bogìa e conzada, e un fiantin de lengua salmistrada. ’A me vol tanto bene Petronilla…»

Selvadego fu colpito, in rapida sequenza, da tre pensieri. Primo: forse Petronilla Bisognin non vuole poi così tanto bene a Ordelaffo, una dieta del genere è una scorciatoia per aterosclerosi e infarto.

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