Sdoppiamento by Sergio Fabbrini

Sdoppiamento by Sergio Fabbrini

autore:Sergio Fabbrini [Fabbrini, S.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Anticorpi
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2017-09-14T16:00:00+00:00


La prospettiva politica: la federazione parlamentare

I paesi dell’Europa continentale (come la Germania, la Francia e l’Italia), che hanno variamente contribuito a tre guerre civili europee in meno di un secolo, non potevano permettersi una visione puramente strumentale del processo di integrazione (Lacroix, Nicolaidis 2010). Dopo la bocciatura del progetto di Comunità europea della difesa da parte del parlamento francese nel 1954, questi paesi ricorsero all’integrazione economica per creare le condizioni dell’integrazione politica. In questi paesi, lo stato nazionale (e la sua ideologia: il nazionalismo) era stato irrimediabilmente screditato dalla sua responsabilità nell’aver dato vita ai totalitarismi. L’integrazione era stata vista, dalle nuove élite politiche che si erano affermate subito dopo la seconda guerra mondiale, come la risposta alla debolezza storica degli anti-corpi liberali di quei paesi. Per questo motivo, qui l’integrazione ha assunto un carattere decisamente politico. Per quei leader post-bellici si trattava di trasformare le relazioni internazionali tra gli stati europei, che si erano combattuti incessantemente per decenni, nelle relazioni domestiche di un’organizzazione sovranazionale. In particolare la seconda guerra mondiale aveva messo in radicale discussione l’idea newtoniana che la rivalità tra concentrati di potere come gli stati nazionali potesse essere tenuta sotto controllo attraverso il meccanismo indiretto del loro reciproco equilibrio. È in questo contesto di radicale delegittimazione dello stato nazionale che si è sviluppata la prima prospettiva politica dell’integrazione, una prospettiva definibile come quella dello stato federale di tipo parlamentare.

Questa prospettiva è stata sostenuta con continuità dalle élite politiche italiane, ma anche dalle sue élite culturali più aperte e avanzate (Padoa-Schioppa 2014) e fino agli anni Novanta del secolo scorso dalle élite politiche tedesche. Cioè dai gruppi dirigenti dei due paesi che più avevano avuto bisogno di rilegittimare questi ultimi sul piano internazionale ed europeo per le loro responsabilità storiche. Questa prospettiva ha accompagnato il processo di integrazione sin dall’inizio e ha trovato la sua celebrazione nell’elezione popolare dei membri del Parlamento europeo nel 1979 (e poi nella proposta di “Trattato per l’istituzione di un’Unione Europea” approvata dal Parlamento europeo nel 1984 su iniziativa di Altiero Spinelli, allora membro di quell’assemblea). L’allargamento dell’ue alla Spagna e al Portogallo nel 1986 ha contribuito a rafforzare la prospettiva del parlamentarismo federale, visto, dalle élite di quei due pae­si emersi da una lunga esperienza di autoritarismo anti-democratico, come l’involucro istituzionale necessario per mettere in sicurezza le democrazie nazionali. Questa prospettiva ha quindi raggiunto il suo apice nella Convenzione per elaborare un Trattato Costituzionale per l’ue tenutasi a Bruxelles tra il 2002 e il 2003, il cui testo è stato quindi firmato dagli stati membri dell’ue a Roma nell’ottobre del 2004 ma poi rifiutato dai cittadini francesi e olandesi nei referendum popolari tenutesi in quei paesi nel maggio e giugno del 2005. La prospettiva del parlamentarismo federale è stata quindi rilanciata con la proposta dello Spitzenkandidaten per le elezioni del Parlamento europeo nel 2014.

La prospettiva parlamentarista ha aggregato i principali partiti del Parlamento europeo (i cristiano-democratici e i social-democratici). Per loro, l’elezione parlamentare del presidente della Commissione europea costituisce la condizione per ridurre il deficit democratico dell’ue.



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