Se vuoi provarci, fallo fino in fondo by Malcom Pagani

Se vuoi provarci, fallo fino in fondo by Malcom Pagani

autore:Malcom Pagani [Pagani, Malcom]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2016-07-14T22:00:00+00:00


I quattro dell’Ave Maria

Il tempo passa veloce anche in quel 1984. Un mese dopo la visita nel ritiro del Catania, Ranieri si ritrova ancora in Sicilia, a Palermo, dove Tom Rosati lo accoglie a braccia aperte per puntellare una difesa bisognosa di esperienza. Il 18 settembre firma. Il 26 gioca in amichevole contro la Nazionale militare di Massaro e Serena e disputa l’intera partita.

L’avversario della prima gara ufficiale di Ranieri a Palermo è il Casarano, battuto il 7 ottobre in un inizio di campionato entusiasmante: Ranieri chiude a doppia mandata la difesa del Palermo, imbattuta da fine settembre a dicembre. Il portiere di quella squadra è Franco Paleari, il baffo lombardo che in una ventennale carriera, da Messina a Cava de’ Tirreni, ebbe maestri come Bugatti e girò per tutto il meridione, lasciando ottimi ricordi e calci di rigore respinti: «Con la Cavese ne parai cinque in una sola stagione». Paleari sarebbe poi rimasto al Sud, a Trapani, dove con Serse Cosmi avrebbe sfiorato una epocale promozione in serie A. «Al Sud mi sono trovato bene anche da milanese, perché non ho mai avuto la puzza sotto il naso e sono sempre partito dal principio che ero io a dovermi far accettare e non viceversa. A Trapani, come allora a Palermo, la gente segue il calcio quotidianamente. E sa giudicarti. Se sei serio e ti impegni, ti rispetta e ti perdona anche gli errori. Se capisce che stai lì per goderti una vacanza, non ti perdona neanche il minimo sbaglio.»

Delle sue quasi quattrocento presenze tra i professionisti, le oltre cento collezionate alla Favorita – tra gioie, dolori e lutti tra il 1983 e il 1986 – nella memoria di Paleari sono rimaste indelebili. A Palermo (dove tra il 2012 e il 2015 avrebbe allenato anche i portieri della società di Zamparini) il Paleari calciatore rimase tre stagioni e fu l’ultimo a scendere in campo nella terza, circondato da «Cavallo pazzo» Grimaudo e dagli altri ragazzi della squadra primavera, nell’anno in cui il calcio palermitano, radiato per un debito di cinquecento milioni, venne cancellato dalle mappe nazionali e conobbe il proprio 8 settembre. Tutti a casa, da un giorno all’altro alla fine dell’estate, dopo un’agonia che Paleari vide da vicino. «Con la squadra in grave crisi finanziaria e una quindicina di giocatori, tutti tranne me e Ranieri accusati di aver partecipato al calcioscommesse, la società mi intimò di fare da chioccia ai ragazzini e di giocare in Coppa Italia. Io avrei voluto tirarmi indietro per solidarietà nei confronti del resto della squadra, ma Veneranda, l’allenatore, mi chiuse nell’angolo di uno spogliatoio e, di fronte alle mie titubanze, mancò poco che mi desse un cazzotto. Giocai fino alla fine, fino a quell’8 settembre 1986.»

Il primo campionato di Ranieri al Palermo, quello vittorioso in serie C1, risale all’anno prima. Alla stagione 1984-1985, che fu resa tragica prima dal brutale omicidio a colpi di mitra del presidente della squadra Roberto Parisi – «Una persona squisita che uccisero proprio quando si stava affezionando al calcio»



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