Shakespeare non l'ha mai fatto (ill.) by Charles Bukowski

Shakespeare non l'ha mai fatto (ill.) by Charles Bukowski

autore:Charles Bukowski [Bukowski, Charles]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Feltrinelli
pubblicato: 2020-07-19T22:00:00+00:00


19

Quella sera uno dei tedeschi, Thomas, è venuto nel nostro albergo per mostrarci il documentario che aveva girato su di me. È venuto con il suo proiettore... no, non era un proiettore, era un affare che si collegava alla tv e mostrava il documentario sul monitor del televisore. Thomas aveva portato con sé degli amici, tre o quattro persone tranquille, e siamo scesi nella sala da pranzo dell’albergo e abbiamo collegato l’apparecchiatura e io ho aperto le bottiglie di vino che avevo ordinato.

Ho detto: “Beviamo un po’ prima di concentrarci su questa cosa”.

Thomas era d’accordo. Abbiamo cominciato a bere e a parlare dei vecchi tempi, come di quella volta che era venuto a Los Angeles e di quello che avevamo fatto e detto e bevuto in quell’occasione. Erano già passati tre anni. Mi ha chiesto di diverse persone.

“No, non ci sono più.”

“No, neanche quelli ci sono più.”

“No, se n’è andata. Ci siamo lasciati. Non la vedo più.”

Gli amici di Thomas non bevevano. Linda Lee sì, io sì, Thomas davvero troppo. Abbiamo cominciato con il documentario. Aveva un buon occhio cinematografico. Sapeva quel che faceva ma aveva rotto con la sua donna ed era infelice, e anche se sembrava avesse una nuova ragazza con sé, non ero certo se fossero amici o amanti. O amici e amanti. O amanti e nemici. Bevevamo e guardavamo il documentario. Poi è terminato.

“Ben fatto,” ho detto a Thomas.

Naturalmente ero sempre interessato alle cose che mi riguardavano.

Thomas si è messo a smontare l’apparecchiatura e beveva. È entrato un gruppo di tedeschi e si sono seduti ai tavoli. Erano più di una dozzina. Sembravano danarosi, tra i quaranta e i sessantacinque anni. Poi hanno cominciato a cantare insieme mentre erano seduti. Non erano male. È arrivato un giro di birra. Hanno cantato un’altra canzone. Non male. Poi è entrato un tizio che assomigliava a Jimmy Durante. Aveva gli occhi più luccicanti degli altri. Si è seduto e ha cantato un assolo. Voce sicura e profonda, proprio bravo, cazzo. È arrivato un giro di birre. Poi hanno cantato tutti insieme. Il proprietario dell’albergo, un tizio con la faccia rossa rossa con un occhio solo, è arrivato e ha cominciato a dirigere i cantanti, lì in piedi, agitando le braccia e cantando con loro. Mi piacevano le parole tedesche. Non ne conoscevo il significato, ma mi piacevano. Ho bevuto ancora un po’ di vino e ho ascoltato. Poi mi sono alzato e mi sono messo di fianco al proprietario dell’albergo e agitavo le braccia come lui e cantavo con i tedeschi. Sembrava non gli dispiacesse. Sono tornato per prendere ancora un po’ di vino e ho cantato di nuovo con i tedeschi. Era bello ed è andata avanti per un bel pezzo. Poi ho cominciato a cantare: “Deutschland, Deutschland über alles...”. In pochi si sono uniti a me ma sottovoce. Io cantavo forte. Qualcuno mi ha preso in disparte e mi ha detto in inglese: “Si preoccupano quando viene cantata quella canzone. Alcuni la collegano al nazismo”. “Oh, cazzo!” ho detto.



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