Sherlock Holmes. Morte allo zar (Il Giallo Mondadori Sherlock) by Richard Krevolin & John Raffensperger

Sherlock Holmes. Morte allo zar (Il Giallo Mondadori Sherlock) by Richard Krevolin & John Raffensperger

autore:Richard Krevolin & John Raffensperger [Krevolin, Richard & Raffensperger, John]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2024-03-05T12:00:00+00:00


10 settembre 1881

La settimana scorsa l’ho passata ritemprandomi, leggendo e studiando, senza che mai mi abbandonasse la paura di venire arrestato. Ma sono stato un diarista incostante, ed ecco questo aggiornamento.

Non ho mai lasciato casa Sečenov. Dopo il mio atroce soggiorno nella Fortezza di Pietro e Paolo altro non sogno che di tornare a casa, di sedere nella cucina di mia madre e di mangiare il suo purè con le salsicce. Trascorro il tempo nella biblioteca, circondato da libri. Alla fine di ogni giornata, faccio esercizio fisico nel giardino per riguadagnare le energie dopo l’inattività forzata.

Ciò che mi ha reso tollerabile la settimana passata sono le quotidiane lezioni di lingua russa. Ho convinto una dolce sguattera di nome Marja a farmi visita ogni sera: mi insegna un russo di campagna e mi coccola in modo delizioso. La sua grammatica lascia a desiderare, ma sto imparando, e le sue correzioni dei miei errori sono accompagnate da un bacio delicato che restituisco di buona voglia, tanto che tendo a commettere più errori del necessario. Ho imparato molti termini affettuosi e posso sostenere una conversazione molto breve in russo.

La verità è che, come moglie, Marja mi converrebbe ben più di Penelope, ma io penso a quest’ultima perfino quando sono con l’altra. Sarebbe così sbagliato se sposassi mia zia? Ma posso davvero fidarmi di lei? So che molti ne sarebbero infastiditi, ma c’è qualcosa di meravigliosamente attraente nell’idea.

Il mio riposo si è interrotto questa mattina quando il signor Tatum ha bussato per annunciare che il dottor Bell richiedeva la mia presenza. Dal mio ritorno lo avevo visto appena. L’ho trovato abbigliato con un’elegante vestaglia, intento a mangiare un’omelette, una grossa bistecca e pane e marmellata. Aveva un aspetto florido e mi è parso che avesse messo su peso. Holmes mordicchiava svogliato pane e burro, ma sembrava per il resto fresco come una rosa.

Bell ha acceso la sua pipa curva e ha emesso una ghirlanda di fumo fragrante. — Doyle, si versi del caffè. C’è un’altra omelette, e bacon per un esercito.

L’ho ringraziato e ho proceduto a rimpinzarmi. — Sta bene, signor Holmes? — ho domandato.

— Ho stabilito alla fine la giusta dose di cocaina per evitare brutti effetti collaterali. È un gran tonico per i nervi in una soluzione del sette per cento.

Io ero scettico. Trattandosi di una sostanza nuova, non c’era il caso che, come l’oppio, potesse procurare una grave dipendenza? Ma ho preferito non dire altro.

Bell si è forbito delicatamente le labbra con un tovagliolo di damasco. — Le voglio parlare di una faccenda importante — mi ha poi detto.

Ho posato la forchetta sul piatto. — Dica, dottore.

— Vorrei che mi riferisse le osservazioni che ha fatto nelle ultime settimane.

— Ho visto cose straordinarie e terribili.

— Non mi interessa quello che ha visto. Chiunque può vedere, ma solo l’occhio esercitato osserva. Perciò, figliolo, cos’ha osservato?

In quel momento il signor Tatum è arrivato con un vassoio carico di pasticcini, nonché di altre uova e bacon. Fra un boccone e l’altro ho fornito al



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