Siberia - 71° by Simone Moro

Siberia - 71° by Simone Moro

autore:Simone Moro [Moro, Simone]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858694381
editore: Rizzoli
pubblicato: 2019-06-07T16:00:00+00:00


Tran tran siberiano

Quella mattina Ivan, contando sul fatto che in tre giorni avessimo preso dimestichezza con la stufa, non venne ad accenderci il fuoco. Da quel momento, dunque, lo avremmo fatto noi a turno. Essendomi svegliato per primo, me ne occupai io. Non appena mi alzai scoprii che, ancora una volta, Karl Gabl non si era sbagliato. Stava infatti nevicando, una neve finissima proprio a causa del freddo. Come il nostro amico austriaco aveva sottolineato, non ci si poteva aspettare una copiosa nevicata; queste di solito avvengono nel tardo autunno o all’inizio dell’inverno, non a stagione inoltrata quando la temperatura è talmente bassa da non permettere un normale processo di condensazione e caduta di abbondanti nevicate.

Quel 2 febbraio si rivelò la “classica” giornata da campo base, incentrata in sostanza sul nostro allenamento, che consisteva nel percorrere in due o tre ore una distanza variabile i tra 10 e 20 chilometri – quel giorno 11 – con ai piedi gli sci da alpinismo. All’allenamento quel giorno parteciparono anche Matteo e Oleg. Quest’ultimo rappresentava una presenza molto discreta nel gruppo; raccoglieva la legna, era sempre attento che ci fosse acqua bollente sulla stufa, e le uniche parole che scambiava erano con i nomadi o con Filippo. La sua voce, infatti, la sentivamo di più attraverso la parete, quando andava nella baracca accanto a chiacchierare o a giocare a carte con loro. Era insomma un tipo che aveva bisogno di ordini e non uno che prendeva iniziative, anche perché in quella situazione si sentiva a nostra disposizione e noi non volevamo né avevamo mansioni da dargli se non provare a scalare il Pobeda con noi.

Matteo e Oleg, che procedevano più lentamente rispetto a me e Tamara perché usavano entrambi le racchette da neve al posto degli sci, a un tratto si accorsero che il polacco aveva cominciato a seguirci a piedi, anche lui senza sci ma con le racchette sotto braccio – loro ovviamente le avevano già calzate subito fuori dalla capanna, perché nonostante avanzassimo sulla traccia battuta dalla motoslitta, si sprofondava di alcuni centimetri. Alla prima pausa, quando i nostri compagni ci raggiunsero, ci riferirono subito di Maciej e dello strano modo che aveva di procedere (a piedi, con le racchette sotto braccio come fossero una borsetta). Vederlo camminare così, impacciato dalle ingombranti racchette che avrebbero finito per indolenzirgli pure le braccia dopo qualche chilometro fu piuttosto comico. E fu anche la controprova della sua stravaganza, della scarsa praticità e razionalità: dovevamo assolutamente trovare la maniera di fargli capire che non potevamo portarlo con noi in cordata al Pik Pobeda.

Mentre eravamo immersi nell’allenamento, udimmo il rumore di una motoslitta che presto ci raggiunse, venendoci incontro dal lato opposto. A bordo c’era Pavel con i figli di Ivan e alcuni loro amici. Quel giorno, infatti, ci eravamo diretti non verso la montagna ma in direzione di Sasyr. Il nostro driver aveva con sé alcuni viveri che gli avevamo commissionato e un paio di valenki per me. Da che ci trovavamo in Siberia li



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