Smith Martin Cruz - 2004 - Lupo mangia cane by Smith Martin Cruz

Smith Martin Cruz - 2004 - Lupo mangia cane by Smith Martin Cruz

autore:Smith Martin Cruz
La lingua: ita
Format: mobi
Tags: General, Mystery & Detective, Fiction
ISBN: 9788804564102
editore: Mondadori
pubblicato: 2007-01-01T23:00:00+00:00


10

Di norma i cadaveri recenti sono riversi a faccia in giù sott’acqua, con le braccia e le gambe ciondoloni come per un tuffo in una secca. Questo però era sospeso sulle barre del condotto che dal bacino di raffreddamento rag-giungeva i serbatoi più piccoli della centrale. Cera ancora bisogno dell’acqua d’emergenza; i reattori erano pieni di combustibile e per certi aspetti, più che spenti, erano inattivi.

Due uomini muniti di arpioni stavano cercando di avvicinare il corpo senza cadere nell’acqua. Il capitano Marchenko guardava dal muro del bacino con un gruppo di inutili ma curiosi ufficiali della milizia, i fratelli Woropay in testa. Eva Kazka era in piedi accanto alla sua auto, a una certa distanza dalle operazioni di recupero. Arkady notò che sembrava, se possibile, ancora più sconvolta e scarmigliata del solito. Probabilmente era appena passata da casa e si era lasciata andare, in preda allo stordimento da samogon. A quanto pareva la dottoressa aveva tratto le stesse conclusioni su di lui.

Quando Marchenko raggiunse Arkady, un’ombra affiorò sulla superficie dell’acqua e una testa grigia e viscida, con le labbra gommose, venne a galla, prima di precipitare di nuovo nell’oscurità e mescolarsi con gli enormi pesci gatto.

Il capitano disse: «Tenendo conto delle cattive condizioni atmosferiche di ieri e delle dimensioni del bacino di raffreddamento, penso che converrà con me che sia stato saggio aspettare prima di iniziare le ricerche. La circolazione dell’acqua tra i bacini porta qualsiasi cosa qui al condotto. Ora abbiamo il cadavere a portata di mano».

«Già, alle dieci del mattino del giorno dopo.»

«Un pescatore cade dalla barca e annega: che importanza ha se lo si trova il giorno dell’incidente o quello successivo?»

«Come l’albero che cade nella foresta. Non fa rumore.»

«Nella foresta cadono un sacco di alberi: sono morti accidentali.»

Arkady chiese: «La dottoressa Kazka è l’unico medico disponibile?».

«Non possiamo coinvolgere quelli della centrale. La dottoressa Kazka non deve fare altro che firmare il certificato di morte.»

«Non poteva chiamare un medico legale?»

«Dicono che la Kazka sia stata in Cecenia. Se è così, deve aver visto un bel po’ di cadaveri.»

Eva Kazka tirò fuori una sigaretta. Arkady non aveva mai visto una persona così nervosa.

«A proposito, capitano, volevo chiederle se ha scoperto a chi apparteneva l’icona che è stata rubata l’altro giorno.»

«Sì, era di una coppia di nome Panasenko. Dei “ritornati”. La milizia tiene un registro. Mi sembra di capire che fosse un’icona molto bella.»

«Sì.»

Così un ladro in motocicletta aveva rubato l’icona di Roman e Maria Panasenko, un furto ufficialmente verbalizzato, e l’icona era già ritornata nel suo posto d’angolo a casa dei Panasenko. E questo, per Arkady, era esattamente il contrario di un albero che cade nella foresta senza fare rumore.

Dal condotto Arkady vedeva le torri di raffreddamento non finite che, con i cespugli che vi crescevano rigogliosi sotto e tutt’intorno, sembravano templi costruiti a metà. Le torri erano destinate ai progettati reattori Cinque e Sei. Ora l’energia andava nell’altra direzione, a un flusso minimo, per far funzionare le lampadine e gli indicatori di livello.

Quando finalmente il corpo fu ripescato, si levò un ironico grido di ap-provazione.



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