Stato D'Assedio by Tom Clancy

Stato D'Assedio by Tom Clancy

autore:Tom Clancy
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-03-25T16:00:00+00:00


21

Sabato, ore 22.39, New York

Dopo aver ucciso il delegato svedese, Reynold Downer si avvicinò a Georgiev. A parte alcune ragazze che stavano piangendo e il rappresentante italiano intento a pregare, nella sala erano tutti immobili e silenziosi. Gli altri membri del commando rimasero dov'erano.

Downer si fermò a così breve distanza da Georgiev che il bulgaro poteva sentirne il fiato caldo attraverso la maschera.

«Dobbiamo parlare» disse l'australiano.

«E di cosa?» sibilò rabbiosamente Georgiev.

«Di gettare altra legna sul fuoco» ringhiò Downer.

«Torna al tuo posto» gli ingiunse Georgiev.

«Ascoltami. Quando ho aperto la porta, nel corridoio ho visto venti o venticinque guardie armate.»

«Eunuchi. Non azzarderanno un attacco, ne abbiamo già parlato. Pagherebbero un prezzo troppo alto.»

«Lo so.» Gli occhi di Downer si posarono su un telefono protetto dentro una sacca da viaggio sul pavimento. «Ma la tua fonte d'informazioni ha detto che solo la Francia era d'accordo a pagare. E non abbiamo preso in ostaggio quel dannato segretario generale, come invece avevamo previsto.»

«Una circostanza sfortunata» disse Georgiev «ma non catastrofica. Ce la faremo anche senza un patrocinatore.»

«Non vedo come.»

«Sapendo pazientare più di loro. Quando gli Stati Uniti cominceranno seriamente a preoccuparsi per la vita delle ragazzine, sborseranno la cifra che gli altri Paesi si sono rifiutati di pagare. La detrarranno dal loro debito con l'ONU e troveranno il modo di farcela avere senza perdere la faccia. Adesso, torna a fare quello che devi.»

«Non sono d'accordo» insistette Downer. «Credo che dovremmo alzare la temperatura.»

«Non occorre» replicò il bulgaro. «Abbiamo tempo, cibo e acqua...»

«Non è questo che intendevo!» lo interruppe l'altro.

Georgiev lo fulminò con lo sguardo. L'australiano stava esagerando. Era esattamente quello che si aspettava da lui. Un ritualistico, provocatorio spirito di contraddizione, prevedibile ed estremo quanto un kabuki giapponese. Ma la storia cominciava a diventare troppo lunga e fastidiosa. Era pronto a sparare a Downer e a qualsiasi altro dei suoi complici se fosse stato costretto. Sperava che quel bastian contrario glielo leggesse negli occhi.

Downer trasse un respiro. Era più calmo quando riprese a parlare. Il messaggio era stato recepito.

«Quello che sto dicendo è che questi bastardi non sembrano aver capito che noi vogliamo soldi, non chiacchiere. Chatterjee ha tentato di negoziare.»

«Ci aspettavamo anche questo. E l'abbiamo messa a tacere.»

«Per ora» brontolò Downer. «Ma ci riproverà. Quei maledetti bastardi non sanno far altro che parlare.»

«E fanno sempre fiasco. Siamo preparati a qualsiasi evenienza» ricordò con calma il bulgaro. «Cederanno, vedrai.»

L'australiano stringeva ancora la pistola con cui aveva ammazzato lo svedese, e prese ad agitarla mentre parlava. «Sono sempre dell'idea che dovremmo scoprire cos'hanno in mente e incalzare quei bastardi. Dico che dopo aver fatto fuori l'italiano, potremmo passare subito alle ragazzine. Magari torturandole prima un po', in modo che qualche urlo risuoni nei corridoi. Come quei guerriglieri khmer rossi in Cambogia, che catturavano il cane di casa e lo facevano lentamente a pezzi per attirare fuori la famiglia. Mettiamoli sotto pressione per affrettare le cose.»

«Sapevamo che ci sarebbe voluta più di una pallottola per ottenere la loro attenzione» sussurrò Georgiev. «E sappiamo che, nonostante la volontà di sacrificare i rappresentanti, gli Stati Uniti non permetteranno che le ragazze muoiano.



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