Stirpe sottile by Marina Del Duca

Stirpe sottile by Marina Del Duca

autore:Marina Del Duca [Duca, Marina Del]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2016-12-12T23:00:00+00:00


VII

Lady Jane

11 Dicembre, ore 10,00

Roma, Palazzo Dolabella

“Dunque, questa è la famosa lady Jane”, pensò il commissario Barberini Borgia quando si trovò di fronte alla vedova del conte, nel salotto dalle varie tonalità di bianco, il salotto privato della nobildonna; l'ambiente era di una vastità grandiosa, come del resto c'era da aspettarsi, considerata l'importanza del palazzo: lungo una delle pareti erano posizionati un grande divano imbottito foderato di broccato bianco, e due poltrone identiche ai lati; nella parete di destra si apriva la porta d'ingresso, con ai lati due grandi bassorilievi di stile neoclassico su consolles di marmo bianco, affiancate da altre due piccole consolles di legno scuro, una sormontata da un mobiletto da riordino del ‘Seicento, a minuscoli cassettini, l'altra da un vaso d'argento traboccante di ortensie bianche. Sulla parete di fronte al grande divano, un comò antico, intarsiato, una lunga panca imbottita di velluto bianco e una poltrona dell'Ottocento stile Regency foderata di un damasco rosa antico; un piccolo blocco di marmo verde scuro venato di grigio reggeva una lampada di ottone con un paralume a piegoline e un vaso dello stesso stile; l'ultima parete, speculare a quella dov'era la porta d'ingresso, era illuminata da un'ampia vetrata con tende di pizzo e alternava sedie bianche a piccoli sgabelli imbottiti; al centro, a impreziosire l’intero pavimento della stanza, un monumentale Nain di seta sui toni smorzati dell'azzurro e del perla, completamente in vista tranne che per il piccolo spazio davanti al divano, occupato da un tavolino ricoperto di marmo rosa. Il soffitto con volta a padiglione era interamente affrescato da scene epiche di battaglie, ma il tutto veniva reso morbido e sfumato dalla carezza del tempo.***

La contessa Dolabella si alzò dal divano e gli venne incontro, porgendogli la mano con grazia spontanea, guardandolo negli occhi e sorridendo: l'alta figura era elegantissima ed esile, i capelli di un biondo caldo e luminoso, gli occhi di un magnetico azzurro; il commissario le prese la mano sfiorandola appena e la guardò a sua volta, sorridendo anch'egli: era di una bellezza sorprendente, nonostante la classe e la compostezza dei modi, abituali in lei da tutta la vita, tentassero di attenuarne l'effetto; ma lo charme e lo splendore di quel viso ovale, di quei capelli colore dell'oro pallido legati dietro la nuca con grande eleganza e la linea affusolata e aggraziata della persona non permettevano a niente di offuscarne in minima parte il fascino; a tutto ciò si accompagnava la particolare sensazione di trovarsi di fronte a una creatura senza età, tanto incarnava in sé l'essenza stessa della bellezza femminile, priva della contaminazione del tempo. Il commissario ne ignorava l'età precisa; certo, sapeva che era stata sposata con un uomo maturo, che aveva due figli più o meno sui vent'anni, ma non riusciva a inquadrarla in una dimensione temporale, sia pure approssimativa; e, del resto, nemmeno se ne curava molto, incantato dalle note delicate e al tempo stesso seducenti del profumo di lei, rubate alla peonia e al muschio bianco.

“Commissario, ero impaziente di conoscerla; sono



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