Storia degli ebrei in Italia by Attilio Milano

Storia degli ebrei in Italia by Attilio Milano

autore:Attilio Milano [Milano, Attilio]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788858422977
editore: Einaudi


5. La parità e le sue conseguenze.

Nel consesso degli ebrei di ogni parte del mondo che avevano ottenuto diritti pienamente parificati, gli ebrei italiani furono fra gli ultimi ad entrare. Ma subito essi godettero nel loro paese di tale libertà nell’esercizio dei loro nuovi diritti e di tanto riguardo verso le loro persone, che avanzarono rapidamente nelle prime fila di questo consesso, tanto da essere considerati fra gli ebrei piú rispettati del mondo. Il merito principale spettava al popolo italiano e ai suoi governi. L’uno e gli altri si erano immediatamente data premura di eliminare ogni prevenzione contro la minoranza ebraica, e di immetterla nell’enorme crogiolo in cui, dopo la creazione del nuovo stato unitario, si erano andate a riversare genti italiane di origini, di costumi, di regioni cosí disparate, allo scopo di trarne un blocco che fosse all’interno piú amalgamato possibile, pur conservando all’esterno le proprie sfaccettature caratteristiche. Fra tanti nuclei differenti che dovevano essere cementati internamente nella nuova Italia, quello ebraico non presentava differenze piú marcate di molti altri. Del resto, rimaneva sempre valida la circostanza che, per quel che concerne il basso popolo italiano, in metà della penisola non si aveva alcuna idea di cosa fossero gli ebrei perché non ve ne erano, mentre nell’altra metà gli ebrei erano considerati non diversamente che una interessante curiosità. Quanto alle altre sfere della popolazione, in quelle clericali, che si dibattevano fra difficoltà proprie per l’inasprirsi della «questione romana», non si aveva alcun interesse a sollevare nuovamente un problema ebraico, mentre in quelle colte, dove si ostentava in ogni problema il maggiore liberalismo, la diversità confessionale degli ebrei non era addotta a loro pregiudizio, ma al contrario la loro nota solidità di costumi e di propositi veniva considerata un elemento positivo.

Questa parificazione ebbe invece conseguenze piú sottili sul corpo dell’ebraismo italiano. Le difficoltà, che abbiamo già incontrate nelle pagine precedenti, di stringere le vicende degli ebrei in una esposizione che li accolga tutti come collettività, divengono da questo momento assai piú ardue. Fino a metà dell’Ottocento, nella vita dell’ebreo italiano, la parte che riguardava la sua tradizione religiosa, i suoi usi privati, la sua cultura ebraica, in una parola il suo patrimonio ebraico, aveva prevalso sull’altra parte in cui erano compresi i valori che gli provenivano dal patrimonio piú propriamente italiano. Solo in alcuni speciali periodi della sua storia (età del Rinascimento, età napoleonica), queste due parti erano potute giungere, nell’ebreo italiano, a un equilibrio: equilibrio però su due piani distinti, non compenetrazione. Di qui, la possibilità che abbiamo avuto fino ad ora di raccogliere i singoli ebrei in nuclei con problemi od interessi comuni, e di seguire le vicende di ciascun nucleo. L’ingresso invece degli ebrei in una vita italiana completamente parificata ebbe un’influenza decisiva nella formazione di un nuovo tipo di ebreo, nel quale andavano sempre piú affievolendosi sia qualche sua atavica caratteristica personale sia i suoi rapporti di solidarietà con i fratelli di fede. È un fenomeno che ancora non è troppo sensibile subito dopo la metà



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