Storia della pasta in dieci piatti by Luca Cesari

Storia della pasta in dieci piatti by Luca Cesari

autore:Luca Cesari [Cesari, Luca]
La lingua: ita
Format: epub
editore: il Saggiatore
pubblicato: 2021-02-15T23:00:00+00:00


5. I tortellini alla bolognese

1 Nel 1957 la trasmissione radiofonica è diventata un bellissimo libro: Guido Piovene, Viaggio in Italia, Bompiani, Milano 2017, p. 265.

2 In realtà questo soprannome ha una storia interessante che parte nel Medioevo, a questo proposito vedi Massimo Montanari (a cura di), Bologna grassa. La costruzione di un mito, Clueb, Bologna 2004.

3 Alessandro Tassoni, La secchia rapita, Giacomo Scaglia, Venezia 1630.

4 Si riferisce in particolare alla battaglia di Zappolino, un sanguinoso scontro avvenuto il 15 novembre 1325 quando i modenesi respinsero l’esercito bolognese fin dentro le loro mura arrivando a un pozzo vicino all’attuale porta San Felice, dove sottrassero il secchio come trofeo. La «secchia rapita» fino a poco tempo fa era appesa all’interno della Ghirlandina, il campanile del duomo di Modena, mentre ora l’originale è conservato nel Palazzo comunale. Vittorio Lenzi, La Battaglia di Zappolino e la secchia rapita, Edizioni Il Fiorino, Modena 1995, pp. 25 e sgg.

5 Per una scheda biografica dell’autore vedi scheda n. 140: «Giuseppe Ceri», in Zita Zanardi (a cura di), Agricoltura e alimentazione in Emilia Romagna. Antologia di antichi testi, Edizioni Artestampa, Modena 2015, pp. 346-347.

6 Giuseppe Ceri, «Origine del tortellino», in La secchia. Contiene sonetti burleschi inediti del Tassone e molte invenzioni piacevoli e curiose, vagamente illustrate, edite per la famosa festa mutino-bononiense del 31 maggio 1908, A.F. Formiggini, Bologna-Modena 1908, pp. 41-44.

7 Probabilmente il Ceri non fu nemmeno il primo a paragonare le fattezze del tortellino all’ombelico muliebre e si registra almeno il precedente del bolognese Matteo Gaspare Leonesi (1793-1832), definito «poeta estemporaneo» dai suoi contemporanei, che si esibiva in sessioni di improvvisazione poetica nei teatri italiani. Tra i suoi spettacoli, mai pubblicati, ma tramandati oralmente, sembra ce ne fosse uno che riguardava Elena di Troia e il suo ombelico così descritto: «gemello egli era a picciolo tortello». Alessandro Cervellati, All’erta umbilichi sacri, Sezione arti grafiche Istituto Aldini-Valeriani, Bologna 1967, p. 38.

8 Alessandro Cervellati, Piccole storie bolognesi, vol. 4 («Bologna grassa»), Tamari, Bologna 1963, p. 159. Il Cervellati, a sua volta trae questo aneddoto da un altro volume di storie bolognesi: Oreste Trebbi, Gaspare Ungarelli, Costumanze e tradizioni del popolo bolognese, Bologna 1932, ristampa anastatica Bononia University Press, Bologna 2011, p. 87.

9 Du Cange et al., Glossarium mediæ et infimæ latinitatis, Niort: L. Favre, 1883-1887, t. 8, p. 134, col. b., s.v. «Tortellus» (http://ducange.enc.sorbonne.fr/).

10 Questo particolare appare chiaro se si confrontano gli altri testi coevi.

11 Sull’origine della parola vedi Vera Gheno, «Il tortellino, la perfezione dell’ombelico di Venere», in Massimo Arcangeli (a cura di), Peccati di lingua. Le 100 parole italiane del gusto, Rubbettino, Soveria Mannelli 2015, pp. 340-345.

12 Vedi, per esempio, la suddivisione dei «cibi di pasta» di Tommaso Garzoni, La piazza universale di tutte le professioni, Appresso Vincenzo Somasco, Venezia 1584 (1586), p. 700.

13 Anonimo veneziano del Trecento. Libro per cuoco, da Emilio Faccioli (a cura di) L’arte della cucina in Italia, Einaudi, Torino 1992, p. 88.

14 Il testo originale è il seguente: «toy una onza de pevere e una de cinamo e una de zenzevro



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