Storia dell'arte italiana by Giulio Carlo Argan

Storia dell'arte italiana by Giulio Carlo Argan

autore:Giulio Carlo Argan [Argan, Giulio Carlo]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
pubblicato: 2010-08-29T18:04:27+00:00


ferme siano state improvvisamente messe in moto. Le linee di contorno sono

duramente incise, i gesti esagerati; se ne afferra sùbito il meccanismo; l'anatomia delle figure è un gioco di leve e di molle che deve vincere l'inerzia, muovere ciò

che è fermo, fermare ciò che si muove. Anche la luce: non viene dal cielo e non è realtà naturale, sostanza fisica dello spazio. È una luce che si accende allo scattare del moto, come un riflettore al levarsi del sipario. E indubbiamente

teatrale è la pittura del Signorelli: o, più precisamente, coreografica perché anche nelle figurazioni più complesse, di masse, come quelle di Orvieto, ogni figura si colloca in quel preciso punto dello spazio dove può compiere il suo gesto,

ricevere quel dato raggio di luce, definire quella determinata distanza.

Non sorprende, dunque, che un pittore grave come il Signorelli non esiti a

prendere lezioni da quel prestigioso maestro dello spettacolo che è il

Pinturicchio, benché sia un regista del balletto più che del dramma. E non

sorprende che sappia mettere mirabilmente in scena una favola mitologica, come l'Educazione di Pan dipinta verso il 1488 per Lorenzo il Magnifico, e una Sacra Famiglia, una Madonna in trono, una Deposizione.

Nelle dieci Storie di San Benedetto, dipinte nel chiostro dell'Abbazia di Monte Oliveto Maggiore (1497-98), mette in opera tutti gli artifici, tutte le astuzie della sua regìa: giunge, nei Due frati ospitati fuori dal Convento, a valersi della

prospettiva per ottenere un più vivace effetto luministico e delle figure (le due donne presso la scala) come punti d'appoggio della trasmissione della luce dalla porta aperta del fondo al primo piano. Anche l'opera maggiore del Signorelli, la decorazione della Cappella di San Brizio nel duomo di Orvieto (iniziata nel 1499) è una grandiosa, spettacolare, efficacissima messa in scena. Storia

dell'Anticristo, Giudizio universale, Resurrezione della carne, Inferno, Paradiso: tutta l'escatologia cristiana è raffigurata con aspri accenti apocalittici e con l'evidente intenzione di terrorizzare i fedeli, di persuaderli a credere nelle vere, a respingere le false profezie. Siamo alla vigilia della grande ribellione luterana; e anche in Italia si fanno sempre più insistenti gli appelli alla religione individuale, alla ricerca del contatto personale con Dio, all'esclusione dei "tramiti" e dunque anche della disciplina e della gerarchia della Chiesa. Il Signorelli opera sulla 378

base di un programma preciso, steso dai Canonici del Duomo tenendo conto

anche delle fonti mistiche (per esempio la visione di Santa Brigida) a cui

facevano così volentieri appello i dissidenti e gli eretici; ma inteso a confutarne le tesi dottrinali. Il copione è, per il Signorelli, soltanto una traccia alla più

complessa e impegnativa delle sue coreografie: poiché non può essere che sua

la concezione di quei poderosi movimenti di masse di figure, con cui ammonisce che è in gioco non solo il destino delle singole anime, ma dell'umanità intera. Ed è sua certamente l'idea di musicare il "libretto" dei Canonici con una vastità e complessità di concertazione, con un largo impiego di squillanti, stentorei ottoni, di cui cerca il modello, non più in Piero o nel Pollaiolo o nel Pinturicchio, ma nella poesia e



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