Storia dell'editoria in Italia by Alberto Cadioli Giuliano Vigini

Storia dell'editoria in Italia by Alberto Cadioli Giuliano Vigini

autore:Alberto Cadioli, Giuliano Vigini
La lingua: ita, ita
Format: epub
ISBN: 9788893570329
editore: Editrice Bibliografica
pubblicato: 2021-02-21T16:00:00+00:00


5. LA FINE DEL SECOLO XX E L’INIZIO DEL NUOVO

La realtà, invece, era diversa. Dal 1991, infatti, iniziava per l’editoria – in concomitanza con fenomeni economici negativi di carattere nazionale e internazionale – la parabola discendente. Rispetto al 9,6% d’incremento del 1990 sul 1989, l’aumento del fatturato 1991 (3.531 miliardi) si dimezzava (+4,8%) per scendere a zero negli anni seguenti. Le difficoltà finanziarie delle case editrici cominciavano ad aggravarsi; il fiato imprenditoriale tornava a essere affannoso; il futuro denso di incognite.

L’aumento dei titoli pubblicati nel 1991 (+6,3%) e soprattutto delle novità (+10,2%) era controbilanciato dal calo della tiratura media per opera (-8,1%), soprattutto delle ristampe (-12,1%). Nella varia si scendeva a quota 4.529 copie di tiratura (-5,3%), con una diminuzione delle ristampe piuttosto consistente (-22,2%). Varie ombre aleggiavano anche sul settore scolastico, dove si profilava un quadro di costante e sempre più marcata regressione (-3% nella produzione; -7,5% nella tiratura; +6,8% nel prezzo). Erano, questi, alcuni sintomi di una situazione che, a partire dal 1992, si sarebbe deteriorata, portando a una stasi completa del mercato.

Si tornava così a risparmiare su tutto, tagliando sui costi; a seguire una politica di rigore, evitando sprechi; a diminuire le spese di produzione, riducendo le pagine dei libri e «tirando» il più possibile sui prezzi dei fornitori e dei collaboratori esterni; a rimandare programmi di più ampio respiro, puntando sulla routine: tutto questo in base al principio che il primo modo di guadagnare è quello di non perdere e che, quando non si riesce a vendere di più, bisogna guadagnare cercando di spendere di meno. Si procedeva inoltre a un drastico alleggerimento dei magazzini: con la via del macero o con quella delle svendite e dei supersconti. Non si erano in realtà mai viste come in quel periodo intere collane, anche prestigiose, e molti bei libri di case editrici importanti, sulle bancarelle, nei remainders, nelle librerie dell’usato, con sconto al 50% e al 75%. Rispetto al passato si guardava meno, in sostanza, all’eventuale caduta d’immagine provocata da queste operazioni che non al fatto certo di diminuire il peso di giacenze ingombranti e costose, e di ottenere qualche buon risultato di vendita immediato.

Le case editrici maggiori tendevano leggermente a diminuire il numero delle novità e a lavorare di più sul catalogo, ristrutturandolo o diversificandolo, anche se non era comunque facile per nessuno, in un mercato sempre più frazionato e instabile, capire esattamente in che direzione andare. E infatti si procedeva più che altro per esperimenti e colpi di fantasia; si inseguivano le formule; si esploravano terreni nuovi, coltivandoli per qualche tempo e poi abbandonandoli se non portavano subito frutto: si andava avanti, insomma, per tentativi e iniziative limitate. Certo, in qualche misura si progettava e investiva sempre, ma con maggior prudenza e realismo, senza perdere mai di vista il quotidiano e cercando di contenere quanto più possibile i prezzi al pubblico.

Nonostante questo, non sono mancate nel corso degli anni Novanta iniziative editoriali anche coraggiose: gli esempi di Donzelli (1992) per la saggistica culturale e, più tardi,



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