Storie di coraggio by Oscar Farinetti

Storie di coraggio by Oscar Farinetti

autore:Oscar Farinetti [Farinetti, Oscar]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788851050832
editore: Mondadori
pubblicato: 2015-02-28T16:00:00+00:00


Il pendolo: se ti fai prendere vai fuori di testa!

La nostra permanenza deve necessariamente finire perché i tempi stretti che abbiamo ci impongono altri chilometri, un’altra intervista nella stessa giornata e poi ancora chilometri. Prima di partire e salutare, però, non possiamo non visitare la cantina di Josko, il luogo magico dove riposano le sue anfore, dove covano i ventri materni dei suoi vini.

Oscar “Josko, spiegami il pendolo!”

Josko “Il pendolo è una cosa che non ti deve prendere troppo altrimenti perdi la testa. Io lo tiro fuori dal cassetto due tre volte l’anno per capire certe cose. Mi sono convinto che il pendolo abbia ragione quando lo interrogo a proposito delle anfore. La coibentazione dell’anfora si può fare in due modi: con la cera d’api o con il catrame. E quando mi hanno presentato questa scelta, ho istintivamente risposto: no catrame, cera d’api! Ma il pendolo ha preferito il catrame, naturalmente catrame minerale, non quello chimico.”

Oscar “Ma come funziona?”

Josko “Tu prendi il pendolo e lo metti sopra l’anfora, in quel caso, oppure sopra una persona, o sopra un oggetto e gli chiedi la positività. Se il pendolo ruota in senso antiorario, la risposta è positiva e va bene, se invece ruota in senso orario la risposta è negativa e non va bene. Naturalmente sotto l’equatore funziona al contrario e la positività è anche proporzionale alla velocità con cui gira. Sul catrame il pendolo era praticamente impazzito. Ma non ti devi far prendere la mano, soprattutto quando si tratta di usarlo con le persone.”

Oscar “Lo hai provato su quelle persone in giacca e cravatta che vengono a farti i controlli? Lo provi sulle persone in genere?”

Josko “L’ho provato per capire il pensiero che avevano su di me: positivo/negativo e ho capito, ma soprattutto l’ho provato sulla cantina e mi dà positivo in tutti gli angoli. Ma lo tiro fuori solo due o tre volte l’anno. Mai di più!”

Oscar “Il risultato può cambiare da un anno all’altro?”

Josko “Certo.”

Questa ultima chiacchierata avviene mentre ci troviamo proprio nella cantina delle anfore: sono imbucate nella terra, spunta solo l’apertura coperta da assi di legno. Una strana sensazione camminare sopra al vino! Non ci tengo mai, ma questa volta sono proprio io a volere una foto qui, con Josko, Shigeru e le sue anfore. Questo luogo mi ricorda una cripta, un luogo sacro. Ci sono solo le anfore, i vecchi muri in mattoni e una sedia impolverata. Una bella sintesi di purezza, tradizione e rispetto.

Oscar “E qui tu hai un’anfora preferita?”

Josko “No, sono tutte uguali. Una, quella coperta, ha un difetto... che viene dalla costruzione.”

Oscar “Ci sono altri in Italia che fanno il vino nelle anfore?”

Josko “Ricordo che c’era qui Miha che rispondeva a giornalisti inglesi che gli facevano la stessa domanda: no, siamo gli unici, risponde lui in inglese. Ma io ho capito e ho reagito: non è vero, Miha! E lui mi ha detto: ‘Papà avere un’anfora non vuol dire fare il vino in anfora! Sai come funziona: tengono il vino in botte, in barrique, in acciaio e anche in anfora per rispondere a tutto il mercato.



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