Sul senso della vita by Viktor E. Frankl

Sul senso della vita by Viktor E. Frankl

autore:Viktor E. Frankl [Frankl, Viktor E.]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2022-10-13T12:00:00+00:00


«EXPERIMENTUM CRUCIS»

In Baviera, una cinquantina di chilometri a ovest di Monaco, c’è una cittadina chiamata Landsberg, da cui parte una strada verso sud che conduce a Markt Kaufering, a cinque chilometri di distanza. All’inizio dell’anno scorso, alle prime luci dell’alba, una colonna di 280 persone sfilò lungo quella strada. Gli uomini procedevano in riga per cinque ed erano scortati dalle SS: si trattava di un gruppo di prigionieri del campo di concentramento situato a Kaufering. Stavano andando in un bosco nelle vicinanze dove bisognava costruire un’enorme fabbrica segreta di armi. Quelle che procedevano lungo la strada erano figure lacere e deperite. D’altronde, procedere è la parola sbagliata: si trascinavano, inciampando, appoggiati gli uni agli altri, sorreggendosi a vicenda; le gambe, gonfie per gli edemi da fame, faticavano a sostenere persino il peso di quei corpi, che in media era di appena 40 chili; i piedi dolevano, pieni com’erano di vesciche, piaghe purulente, geloni aperti. Ma cosa passava per la testa di quegli uomini? Pensavano alla zuppa che, di ritorno al lager dal posto in cui lavoravano, avrebbero ricevuto durante l’unica distribuzione giornaliera di cibo, e si chiedevano se quella sera avrebbero avuto la fortuna di trovare una patata che nuotava dentro quella brodaglia acquosa. E si chiedevano a quale gruppo sarebbero stati assegnati nel quarto d’ora successivo, al momento di cominciare il lavoro: se a uno di quelli con un sorvegliante temuto o a un altro di quelli relativamente piacevoli. E così i pensieri di queste persone giravano intorno alle preoccupazioni quotidiane del prigioniero di un lager.

A un certo punto, per uno degli uomini quei pensieri diventarono in qualche modo troppo stupidi. E tentò di dedicarsi ad altri pensieri, a preoccupazioni «più degne di un essere umano». Ma non ci riusciva. Allora fece ricorso a un trucco: cercò di prendere le distanze da quella vita tormentosa, di elevarsi al di sopra di essa, per così dire di considerarla dall’alto, o dal punto di vista dell’avvenire, nel senso di un’osservazione teorica futura. E che cosa fece? Immaginò di salire sul podio di un’università popolare di Vienna e di tenere una conferenza; per la precisione, una su ciò che stava vivendo: nella sua mente era intitolata «Psicologia del campo di concentramento».

Se aveste osservato più da vicino l’uomo, avreste notato che sulla sua giacca e sui suoi calzoni era cucito un pezzettino di stoffa su cui era impresso un numero: 119104. E se aveste controllato sui registri del lager di Dachau, avreste constatato che a quel numero corrispondeva il nome di un prigioniero: Frankl Viktor.

La conferenza che quell’uomo tenne nella sua mente allora è quella che vi proporrò oggi, in questa concreta sala di questa concreta università popolare viennese: permettete che ve la racconti! – La conferenza di allora cominciava così: nella psicologia del campo di concentramento, possiamo distinguere diverse fasi relativamente alla reazione psichica del prigioniero alla vita nel lager. La prima coincide con il momento dell’arrivo. È la fase che si potrebbe definire e caratterizzare come choc dell’ingresso al campo. – Immaginatevi: il prigioniero arriva – diciamo – ad Auschwitz.



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