Sulla psicoanalisi by Sigmund Freud

Sulla psicoanalisi by Sigmund Freud

autore:Sigmund Freud [Freud, Sigmund]
La lingua: ita
Format: epub, azw3
Tags: Psychology, General, Reference, Movements, Psychoanalysis, Human Sexuality, History
ISBN: 9788854140332
Google: AOuoXDuuzrMC
editore: Bollati Boringhieri
pubblicato: 2012-05-10T12:49:03+00:00


Chi ha paura del lupo cattivo?*

Normalmente la paura si produce, ed è anzi provocata, dalla rappresentazione di un pericolo; ci sono tuttavia paure dove il pericolo è puramente immaginario, non visibile e non definibile.

Si tratta di quelle situazioni che gli psicologi indicano come stati fobici: agorafobia (cioè paura dei luoghi aperti), claustrofobia (ossia paura di restar rinchiusi), e ancora altre fobie, come quella per vari animali non pericolosi in realtà. Sfuma inoltre la fobia con stati ad essa apparentati: ad esempio col pudore, o con la timidezza. Perché infatti uno è timido là dove un altro è sfacciatamente disinvolto? Ed uno è pudico, mentre un altro è spudorato?

Differenze di carattere si dice. Va bene.

Ma di che cosa propriamente si ha paura?

Per gli psicologi, gli psichiatri e gli psicoanalisti, il problema è molto importante. La risposta si potrebbe dare subito. Ma essa in nessun caso servirebbe a far scomparire la paura.

Le fobie (queste paure che il resto della gente non comprende) sono tenaci. La psicoanalisi tuttavia può affrontarle, magari meglio di altre anomalie psichiche.

Racconterò, a titolo di esempio, un caso di cui mi sono interessato.

Si tratta di una giovane signora, bella, elegante, intelligente, laureata e sposata con un collega, già suo compagno di studi fin dal tempo del liceo, con due bambine che vengono su molto bene.

La signora, che è figlia unica, si era in certo modo fidanzata col marito fin dal tempo del liceo. Aveva avuto poi qualche perplessità, ma il ragazzo si era dimostrato così affezionato e premuroso, che essa abbandonò ogni altra fantasia amorosa adolescenziale, per legarsi a lui. Fecero l’università insieme, e avevano progettato non solo di sposarsi, ma anche di svolgere la stessa professione, associandosi nel lavoro.

Invece lei finì con l’annoiarsi delle cose di cui si occupava il marito. Si erano laureati entrambi in legge, ma lei non seguì la carriera del coniuge.

Non aveva bisogno di lavorare e si occupava delle due figlie. Tuttavia questo non le bastava. D’altra parte aveva cominciato, in seguito ad un episodio del tutto banale, a sviluppare una forma di agorafobia, che si fece progressivamente più intensa.

L’episodio banale è questo. Si era recata in una farmacia vicina a casa per acquistare comuni pastiglie contro la tosse. Ma era arrivata nel momento in cui la farmacia stava chiudendo, e vide così abbassare la serranda del negozio davanti a sé, nel momento in cui stava per entrare.

Le passò allora per la mente l’idea: se io ora mi sento male, non posso ricorrere a quella farmacista, che in qualche modo è la rappresentante della custodia della salute. E si sentì male subito, così da essere costretta a fermarsi ed a sedersi sui gradini esterni della farmacia, piena di angoscia, col cuore in tumulto e l’impressione di morire. «Muoio! Muoio!», si mise a gridare.

Da allora non uscì più di casa sola. Aveva bisogno che la madre, o il padre, l’accompagnassero, anche per fare pochi passi.

Avevo avuto fin da principio l’impressione che lei avesse sposato il marito sotto forma di una continuazione della loro amicizia di ragazzi, e non per lo sviluppo di un vero amore, da persone giovani emotivamente maturate.



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