Tempesta by Lilli Gruber

Tempesta by Lilli Gruber

autore:Lilli Gruber
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
editore: Rizzoli
pubblicato: 2014-11-26T23:00:00+00:00


17

Giochi pericolosi

Gennaio-febbraio 1943

«Vieni con me.» Nel brusio della folla che sciama fuori dal duomo di Bolzano, la voce del giovane prete è un sussurro. Ma la sua mano afferra con forza la spalla di Karl. Lui, senza esitazione, lo segue.

Escono dalla chiesa. È una domenica d'inverno di quelle che Karl ha imparato ad amare, nella prigione senza pareti che è ormai la sua vita. Il cielo è di un azzurro così intenso da fare male, un immenso telo teso fin quasi a lacerarsi sulle vette bianche di neve. Il sole allo zenit fa scintillare gli spigoli ghiacciati delle montagne.

Costeggiano il sagrato affollato di fedeli, tra cui molte donne vestite di nero. Fanno il giro della chiesa e si fermano di fronte a una nicchia con una porta, sul fianco della navata.

«Lei sa bene che mi stanno spiando» sibila Karl.

«Spiano anche me» ribatte il prete. E sorride: «Ma riportare all'ovile le pecorelle smarrite è ancora un mio diritto, credo».

«Lo terrò a mente in caso di necessità.» Karl segue il religioso lungo uno stretto corridoio. Poca luce filtra da una feritoia scavata nelle mura spesse.

«Dovremo salire un po', mi dispiace.» Il prete si avvia per una scala a chiocciola. «Se non ricordo male, hai dei problemi di asma.»

«Sto meglio, adesso. Ma dove stiamo andando?»

«Vedrai. Cerchiamo di sbrigarci.»

«Faccia strada.»

Un uomo li attende seduto sul pavimento di legno, sotto le grandi campane del duomo di Bolzano.

«È lui?» chiede al prete, in tedesco.

«Sì. I nazisti lo tengono sotto sorveglianza.»

«Non mi sembra una buona notizia.»

«Perlomeno è una garanzia che sta dalla parte giusta.»

«Padre, l'ultima cosa di cui mi fido, in questo mondo, sono le garanzie.»

«Lei non è tedesco» interviene Karl.

«Si sente così tanto?» chiede lo sconosciuto.

«Sì. È americano?»

«Può darsi» risponde quello, bruscamente.

Karl guarda il prete.

«Comunicativo, il suo amico» commenta. Si gira per andarsene. «Per fortuna anch'io non ho voglia di fare conversazione. Buona domenica a voi.»

«Aspetta!» lo ferma il prete. «È un agente inglese. È appena arrivato da Praga. Ha attraversato la Germania da clandestino con un falso passaporto svizzero. A Nauders, però, non lo hanno fatto passare.»

«Spero che almeno lo avesse pagato poco, il passaporto.» Karl scuote il capo, sarcastico. «Non si dovrebbe mai risparmiare sui falsari.»

«Appena hanno visto il documento, i doganieri svizzeri lo hanno caricato su un treno per Innsbruck» annuisce il religioso. «È saltato giù ed è entrato in Italia passando per i boschi. È sceso a Merano e poi è arrivato qui.»

«E lei lo ha accolto cristianamente» aggiunge Karl. «Con me non era stato così generoso.»

«Per la verità non l'ho invitato io. Si è invitato da solo. L'ho trovato in chiesa. Che cosa vuoi, che lo denunci alla polizia?»

«La prossima volta che dovrò nascondermi invece di bussare scassinerò la serratura...»

«La Chiesa fa quello che può, figliolo.»

Karl squadra l'inglese. Ha il viso segnato dalla fatica. I suoi vestiti parlano di giorni di vagabondaggi nei boschi al confine tra la Svizzera, l'Italia e quella che una volta si chiamava Austria.

«Le è andata bene» osserva.

«Ho bisogno di documenti per arrivare a Genova. Il prete dice che lei.



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