The wife by Meg Wolitzer

The wife by Meg Wolitzer

autore:Meg Wolitzer [Wolitzer, Meg]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788811606048
Google: EwdrDwAAQBAJ
editore: Garzanti
pubblicato: 2018-09-11T22:00:00+00:00


Le grandi idee di Joe, naturalmente, ci portarono lontano. Una volta, a metà degli anni Sessanta, lo accompagnai persino in Vietnam. Un gruppo di scrittori e giornalisti doveva raggiungere Saigon per un giro informativo della regione, e Joe figurava tra gli invitati. La maggior parte degli scrittori era stata inviata da giornali e riviste. Era ancora il tempo in cui un direttore ti diceva tranquillamente, con un’alzata di spalle: «Certo, perché no, vai e scrivi un bell’articolo: usa tutte le battute che ti servono». La guerra non era mai stata un argomento che Joe padroneggiava particolarmente bene. I conflitti erano marginali alla sua narrazione, che si trattasse della guerra di Corea o della seconda guerra mondiale, prima, o della guerra del Vietnam, in seguito, benché nei suoi romanzi gli uomini non andassero mai oltre il campo di addestramento. Uno di loro, il Michael Denbold di La noce, si era sparato per errore a un piede, proprio come aveva fatto Joe. I personaggi di Joe erano spaventati e al tempo stesso attratti dalle armi. Erano capaci di odio ed elettrizzati dalla tremenda sensazione del loro peso tra le braccia: faceva martellare i loro cuori e li lasciava indifesi nella stessa maniera in cui, più avanti, avrebbero fatto la paura e l’emozione di reggere in quelle stesse braccia un bambino.

Proprio come si era sentito fuori luogo durante il suo breve periodo nell’esercito durante la guerra di Corea, Joe non era del tutto a suo agio nemmeno sui campi di battaglia narrativi. Sull’argomento leggeva tutto quello che poteva, che fosse stato scritto dai falchi o dai sinistrorsi, e partecipava ai raduni e alle dimostrazioni contro la guerra – venendo spinto per terra, in un’occasione, e calpestato – e benché alcuni dei suoi personaggi manifestassero apertamente le proprie preoccupazioni sulla nostra capacità di districarci dal Sud-est asiatico, queste preoccupazioni non diventavano mai un’ossessione.

Come tutti quelli che conoscevamo, facevamo il possibile per protestare contro la guerra. Firmavamo petizioni e lavoravamo, portavamo i nostri figli con noi negli uffici da cui effettuare chiamate e scrivere lettere. Usavamo i ciclostilati, ricoprendoci di inchiostro viola in qualche posto che di solito puzzava come un’aula scolastica, e ci dirigevamo verso DC in un lungo ingorgo di auto fossilizzate. I bambini piangevano sul sedile posteriore, e noi li spingevamo lungo il Mall sui passeggini mentre loro imploravano un po’ di succo di frutta, i volti in fiamme per la calura, e Joe era tra gli scrittori chiamati a urlare davanti a un microfono stridulo e inadeguato.

A quel tempo, tuttavia, il Vietnam rappresentava ancora una novità, per noi, una materia terribile ma tutta da esplorare, e che richiedeva un corso accelerato di geografia. E dal momento che Joe aveva bisogno di me, lo accompagnai. I nostri figli rimasero con la chiassosa, artistoide famiglia di uno degli amici di Alice, una famiglia così simile a un serraglio da assorbirli nel proprio ménage senza nemmeno accorgersene, mentre io e Joe ci imbarcavamo su un volo dell’Air France. «Se la caveranno», diceva Joe nel



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