tre secondi by Sconosciuto

tre secondi by Sconosciuto

autore:Sconosciuto
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-08-25T15:05:56.125000+00:00


***

Mercoledì.

Aveva dormito profondamente per quasi quattro ore quando il cielo oltre l'inferriata della finestra era più buio e il finlandese nella cella accanto, che un paio di detenuti avevano minacciato di gonfiare di botte se non la piantava di fare casino, si era finalmente calmato. Il tintinnio delle chiavi delle guardie, che avevano percorso il corridoio avanti e indietro, gli si era insinuato nella testa, rimanendoci anche dopo che il reparto era tornato tranquillo.

Piet Hoffmann premette la schiena contro il muro. Occhiate nervose ai cuscini sotto il copriletto, la sedia davanti alla serratura, il calzino tra la porta e il telaio. La sua difesa, da ripetere ogni mattina: due secondi e mezzo per appurare se qualcuno sapeva e sventare un attacco che, nei venti minuti dopo l'apertura delle celle, nessuna guardia avrebbe visto o sentito.

Le sette e zero uno. Ancora diciannove minuti. Poi sarebbe uscito a fare la doccia e la colazione come gli altri.

Il primo passo era compiuto. Con quarantadue grammi di anfetamine di primissima qualità, tagliate al trenta per cento, aveva eliminato i tre spacciatori concorrenti attivi nel penitenziario di Aspsàs. A Varsavia, qualcuno aveva già fatto rapporto ai Vertici e il vicepresidente esecutivo aveva probabilmente aperto una bottiglia di Zubrówka proponendo un brindisi.

Ancora otto minuti.

Respiri profondi, ogni muscolo teso al massimo. La morte non bussava mai.

Quel giorno avrebbe compiuto il passo successivo. Per conto della Wojtek, i primi grammi di anfetamine sarebbero stati venduti ai primi clienti e si sarebbe sparsa la voce che in una delle prigioni più dure di Svezia era presente un nuovo fornitore. Per conto della polizia svedese, invece, avrebbe raccolto informazioni preziose sui fornitori, le date di consegna, i canali di distribuzione, collaborando alla costruzione di un mercato che presto sarebbe stato sbaragliato. Giorni o settimane di attesa per raggiungere l'obiettivo: il momento in cui la Wojtek avrebbe posseduto il controllo totale ad Aspsàs, ma non ancora in un altro carcere, e l'informatore avrebbe fornito alla polizia elementi sufficienti per colpire al cuore l'organizzazione nel suo quartier generale, una palazzina nera in ulica Ludwika Idzikowskiego, a Varsavia.

Hoffmann fissò la sveglia che ticchettava rumorosamente.

Le sette e venti. Spostò la sedia, mise a posto il letto e aprì la porta su un corridoio ancora sonnolento. Stefan e Karol Tomasz gli sorrisero mentre passava davanti alla mensa e al tavolo dove stavano facendo colazione. Di solito il pulmino della polizia penitenziaria partiva a quell'ora: quel giorno, tra i detenuti trasportati altrove sui sedili puzzolenti, ce ne sarebbe stato uno che si faceva chiamare

«il greco» e, davanti a lui, altri due dell'ala H. Nessuno dei tre avrebbe avuto una gran voglia di parlare; si sarebbero limitati a guardar fuori dal finestrino, cercando di capire come cazzo avessero fatto a incastrarli.

Si fece una doccia calda, sciacquando via venti minuti di tensione micidiale trascorsi in piedi dietro una porta e pronto a tutto. Nello specchio quasi completamente appannato vide un uomo con la barba e i capelli un po' troppo lunghi, ma anche quel giorno lasciò il rasoio nella tasca dei calzoni: la barba punteggiata di grigio rimase al suo posto.



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