Tre vivi, tre morti by Ruska Jorjoliani

Tre vivi, tre morti by Ruska Jorjoliani

autore:Ruska Jorjoliani [Jorjoliani, Ruska]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Voland
pubblicato: 2020-03-02T23:00:00+00:00


3. lo zio

Nelson gli rispose che il destino era una fortunata invenzione di donnette e di preti, che te la lavoravi da solo l’architettura del caso e del fiuto che era la vita. Fu quella volta quando era andato a trovare la sorella moribonda, e il cognato l’aveva accolto, sulle scale che portavano al primo piano, con la faccia livida, balbettando qualcosa a proposito del destino.

“È come quando ti portano la minestra e non ti portano il cucchiaio” disse mentre, ritto sul pianerottolo, mozzava la cima di un toscano. “Tu stai a guardare, invece di andare a procurartene uno. O ingoiartela direttamente dal piatto.”

“E questo che c’entra con la malattia di tua sorella?” chiese il cognato.

“Certo, è tuo destino non mangiare la minestra o mangiarla fredda” gli rispose Nelson, come se quella fosse la risposta più ovvia, e tirò il sigaro con un infossamento delle guance ben rasate.

Stava tornando da una battuta di caccia quando era venuto a sapere che la sorella era in fin di vita. Nemmeno si era cambiato, era andato a trovarla con il fucile a tracolla, che adesso era poggiato in un angolo, a canna in su contro la ringhiera.

“Parla cristiano” gli disse il cognato. “Tua sorella sta morendo e tu mi vieni a fare certi discorsi sulla minestra.”

“Bene.” Nelson spense il toscano, soffiò sulla brace e lo ripose in un portasigari d’argento. “Il piccolo dov’è?”

Il cognato si affacciò sul cortile e chiamò Guerino. Il bambino, inseguito dallo spinone, sbucò da dietro la stalla. Capelli arruffati, scarpette sporche di fango, schizzi fin sui pantaloncini, incespicava e rideva. Teneva stretta in mano una mela cui aveva dato qualche morso. Si portò nel centro del cortile, si fermò e guardò su.

“Zi’ Nesso” esclamò appena scorse l’uomo ritto accanto al padre, con addosso la cacciatora e gli stivali di gomma. Stette a quel modo, con la testa piegata all’indietro e il cane che gli girava attorno scodinzolando. Poi diede un morso alla mela dalla parte del picciolo, lo staccò e lo masticò con tutta la forza dei piccoli denti.

Lo zio, da lassù, gli sorrise. La mascella con il mento corto e rotondo, la bocca simile a una fessura, era leggermente protesa in avanti come un pugno e, quando sorrideva, dava l’idea delle nocche delle dita che si piegano: si formava un centro perfettamente bianco di denti e tutt’attorno comparivano tante minuscole rughe e pieghe.

“Zi’ Nesso” ripeté il bambino, e si avviò incespicando verso le scale. Anche Nelson si staccò dalla ringhiera, fece di corsa i gradini e, giunto all’ultimo, sollevò il nipote con tutte e due le braccia. Le gambette con le scarpe sporche mulinarono in aria, gli cadde dalla mano quel che rimaneva della mela e il cane si mise a saltellare per agguantare i suoi piedi. Guerino rise con voce squillante.

Lo portò in braccio, le mascelle a pugno schiuse in un largo sorriso, e quando furono in cima alle scale, il padre, fermo sul pianerottolo, disse al cognato: “Vedi se riesci a portarlo dentro almeno tu.”

Da dietro la porta accostata alle loro spalle si udì allora un lamento, seguito da un rantolo strascicato.



scaricare



Disconoscimento:
Questo sito non memorizza alcun file sul suo server. Abbiamo solo indice e link                                                  contenuto fornito da altri siti. Contatta i fornitori di contenuti per rimuovere eventuali contenuti di copyright e inviaci un'email. Cancelleremo immediatamente i collegamenti o il contenuto pertinenti.