Tredici volte Lenin by Slavoj Žižek

Tredici volte Lenin by Slavoj Žižek

autore:Slavoj Žižek
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Lenin, Filosofia,
ISBN: 88-07-10348-6
editore: Feltrinelli
pubblicato: 2018-06-24T16:00:00+00:00


1 Negli anni ottanta, il quotidiano francese "Libération” fece lo stesso tipo di satira, con un titolo sparato nel day after di una tornata elettorale in Unione Sovietica: “Dopo il trionfo elettorale, i comunisti restano saldamente al potere in Urss!”.

2 Aspetto, questo, che è stato sottolineato con forza da Chantal Mouffe in Democratic Paradox, Verso, London 1999.

3 Si veda A. Badiou, L'Un se divise en Deux, intervento al convegno "The Retrieval of Lenin”, Essen, 2-4 febbraio 2001.

4 Si veda S. Lazarus, La forme Part, intervento al convegno “The Retrieval of Lenin”, cit.

5 W. Brown, States of Injury, Princeton University Press, Princeton 1995, p. 14.

6 Si veda F. Jameson, The Concept of Revisionism, intervento al convegno "The Retrieval of Lenin”, cit.

7 Il paradosso "del vaso e delle due facce” non si ripropone forse anche per l’Olocausto e i gulag? Se eleviamo l’Olocausto a unicum della storia, il terrore staliniano risulta in una certa misura semiredento, ridotto al ruolo minore di "crimine ordinario”; se invece assumiamo il gulag come esito finale della logica del terrore rivoluzionario moderno, l’Olocausto alla meglio viene degradato a variante di quella stessa logica. In un certo senso, non sembra possibile sviluppare una teoria davvero "neutra” del totalitarismo, senza cioè concedere una segreta preferenza all’Olocausto o al gulag.

Nella storia comunista della Slovenia vi è stato un momento traumatico in cui i campi di concentramento nazisti e i processi e i gulag staliniani si sono intersecati. Nel 1949 a Lubiana si svolse un processo pubblico definito da tutti "processo Dachau”, dato che gli imputati erano vecchi comunisti deportati e sopravvissuti a Dachau. Molti di loro occupavano posizioni di rilievo nella nuova industria nazionalizzata dell’immediato dopoguerra, e vennero trasformali in capri espiatori per il fallimento economico del nuovo regime: furono accusati di aver collaborato con la Gestapo a Dachau, di aver tradito i colleghi (motivo per cui sarebbero sopravvissuti) e, nel dopoguerra, di aver continuato a lavorare per i servizi segreti occidentali, sabotando la costruzione del socialismo; dopo esser stati costretti a confessare pubblicamente la loro colpa, molti vennero condannati a morte e immediatamente giustiziati; i pochi sopravvissuti furono invece internati a "Goli Otok", l''isola nuda”, in mezzo al Mare Adriatico, una versione jugoslava e in piccolo dei gulag staliniani. La loro disperazione era quindi assoluta: dopo essere sopravvissuti a Dachau, non solo non hanno trovato alcun Grande Altro che mostrasse comprensione per la loro esperienza estrema, ma addirittura sono stati condannati per il semplice fatto di essere sopravvissuti (senza dubbio il processo era anche alla cosiddetta "colpa del sopravvissuto"), finendo per ritrovarsi in un orribile vuoto, deprivati di ogni supporto simbolico, semplice vita del tutto priva di significato.

8 Il merito di Storia e coscienza di classe di György Lukâcs consiste nel fatto di essere uno dei pochi lavori che riesce davvero a tenere insieme queste due dimensioni: da una parte, la questione del feticismo delle merci, e della reificazione dall’altra. Questa la ragione per cui quel libro è così profondamente leninista.

9 Per uno sviluppo più dettagliato di questa ipotesi, si veda il terzo capitolo di S.



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