Umberto Eco: Tra Ordine e Avventura by Claudio Paolucci

Umberto Eco: Tra Ordine e Avventura by Claudio Paolucci

autore:Claudio Paolucci [Paolucci, Claudio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Biography & Autobiography, Philosophers, Philosophy, History & Surveys, Modern
ISBN: 9788858826836
Google: mmARDQAAQBAJ
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2017-05-16T22:00:00+00:00


Capitolo 8

Il riso e la rosa

Una delle caratteristiche di Eco più sottolineate nei ricordi sui giornali in seguito alla sua morte è stata la sua ironia e la sua capacità di ridere di molte cose, anche e soprattutto di quelle serie. Proprio per questo Patrizia Violi, nella celebrazione che il Comune di Bologna gli aveva dedicato intitolandogli la piazza della biblioteca Salaborsa, si è sentita in dovere di sottolinearne anche l’estrema serietà sul lavoro. Una serietà, unita al rigore e all’impegno per l’istituzione, che noi che abbiamo lavorato con lui in università conosciamo molto bene. Patrizia raccontava in particolare due episodi. Il primo quando rifiutò di incontrare un politico importante, che aveva bisogno urgente di vederlo, perché aveva già preso un impegno coi ragazzi di un istituto tecnico delle provincia bolognese. Il secondo, che dà veramente l’idea di come era, quando decise di rimandare l’operazione al suo tumore – e tutti sappiamo quanto può essere urgente un intervento del genere – perché aveva già fissato le lezioni magistrali con Orhan Pamuk all’Università di Bologna.

Perché Eco poteva essere al contempo estremamente serio – tanto da mettere a rischio la sua stessa salute pur di non spostare gli impegni già presi – e allo stesso tempo estremamente ironico, visto che amava ridere di molte cose, raccontare barzellette in eventi mondani come cene, apertivi, cerimonie e inaugurazioni, o sogghignare e disegnare vignette umoristiche in convegni particolarmente formali che riteneva noiosi o male organizzati?

Il Riso è una delle nozioni più importanti all’interno dell’opera di Umberto Eco. Allo stesso tempo, è anche una tra le più sottovalutate, tanto che, nelle tante belle celebrazioni seguite alla sua morte, l’amore per la risata è finito per essere relegato a una caratteristica dell’uomo, come se fosse soltanto un tratto costitutivo della sua personalità. Occorre invece essere molto chiari su questo punto: il Riso, all’interno dell’universo Umberto Eco, non è soltanto un tratto personale che riguarda l’uomo, bensì è innanzitutto un tratto teorico che riguarda lo studioso. Ha una funzione fondamentale nella guerriglia semiologica, è al centro del romanzo che l’ha reso universalmente famoso ed è l’oggetto di un’opera fondamentale che Eco avrebbe sempre voluto scrivere fin dalla gioventù, ma che (purtroppo) non hai mai scritto, dispiacendosene fino all’ultimo (cfr. LLP: 70-72). Per capire il significato profondissimo del gusto personale dell’uomo Umberto Eco per il riso e per l’ironia, è allo studioso che ci si deve rivolgere. Non è un caso che la sua autobiografia intellettuale si concluda proprio con alcune pagine dedicate al Riso.

Prendiamo Il nome della rosa: tutta la storia è quella di un libro proibito e nascosto, il secondo libro della Poetica di Aristotele, in cui “Aristotele vede la disposizione al riso come una forza buona, che può avere anche un valore conoscitivo”. Infatti, rappresentando gli uomini e il mondo come peggiori “di come i poemi eroici, le tragedie, le vite dei santi ce li hanno mostrati”, il riso “di fatto ci obbliga a guardarli meglio, e ci fa dire: ecco le cose stavano proprio così, e io non lo sapevo” (NR: 475).



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