Un altro bicchiere di arak. In Iran attraverso la Via della Seta by Angelo Zinna

Un altro bicchiere di arak. In Iran attraverso la Via della Seta by Angelo Zinna

autore:Angelo Zinna [Zinna, Angelo]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Travel, Special Interest, Adventure
ISBN: 9788898119851
Google: XSYGkAEACAAJ
Amazon: B01N0ERHND
editore: Villaggio Maori
pubblicato: 2016-04-15T13:28:23+00:00


8

Come non entrare in Turkmenistan

Avevamo deciso di separarci. Era inutile continuare ad attendere per qualcosa che forse non sarebbe mai arrivato. Dovevamo rimetterci in moto. Shennae avrebbe rinunciato al suo visto iraniano e una volta raggiunta Tashkent, la capitale uzbeka, sarebbe volata ad Istanbul, ad aspettarmi mentre io proseguivo via terra attraverso Turkmenistan e Iran. Certo, dovevo prima riuscire a entrarci in Turkmenistan per poterlo attraversare, ma a questo punto la burocrazia aveva smesso di farmi paura. Da Bishkek una macchina ci aveva riportato a Osh e da qui al confine con l’Uzbekistan era questione di minuti. Ciò che avrebbe consumato il nostro tempo però non sarebbe stato il viaggio verso la dogana, ma il passaggio della dogana stessa. Gli ufficiali di frontiera uzbeki si erano creati una certa fama tra i viaggiatori di questa parte di mondo e si parlava di attese lunghe ore per il controllo di dettagli insignificanti. Una serie di regole e leggi rimaste in vita dal periodo comunista tentavano di impedire l’importazione di qualsiasi oggetto di valore, mentre il naso delle guardie era sempre pronto ad annusare l’arrivo di un infiltrato straniero. Come se qualcuno fosse davvero interessato a spiare l’Uzbekistan.

L’Uzbekistan esiste nella forma odierna da quando il suo presidente Islam Karimov lo ha dichiarato un paese indipendente nel 1991, dopo la caduta dell’Unione Sovietica. Karimov, forzatamente amato dal suo popolo in assenza di qualsiasi altra alternativa, era un’importante membro del Partito Comunista quando questo era al comando della Repubblica Socialista Sovietica Uzbeka. Dopo il collasso, la sua poltrona era rimasta occupata come se niente fosse, grazie in particolare a una per niente sospetta elezione in cui era riuscito a raccogliere quasi il novanta per cento dei voti. Allo scadere del primo mandato, nel 1996, attraverso un referendum che appare più come un comunicato al popolo, ha esteso la sua carica fino al 2000, anno in cui una nuova elezione gli ha portato il novantuno per cento dei voti. In quest’ultima elezione i cittadini avevano diritto di votare Sì per mantenere Karimov al governo, oppure No per mandarlo a casa. Tutte le schede bianche valevano come Sì, tutte le schede nulle valevano come Sì, tutti i Sì valevano come Sì. Per correttezza, però, anche i No venivano conteggiati, con il solo intoppo che, perché un voto negativo fosse valido, questo doveva essere espresso chiaramente, con un pennarello nero, a volto scoperto, di fronte ad una guardia armata un po’ incazzata. Nel 2007 i due mandati di Karimov erano terminati e la legge non prevedeva che un presidente potesse essere eletto per una terza volta. Nello stesso anno Islam Karimov viene rieletto presidente per la terza volta con l’ottantotto per cento dei voti. Nonostante in passato il presidente abbia collaborato con stati occidentali, tra cui gli Stati Uniti, ha sempre preferito mantenere alte le barriere e tenere, per quanto possibile, le porte chiuse a chi viene da fuori con scopi diversi dal turismo. Nel 2008, però, delle relazioni con l’estero aveva iniziato a occuparsi una personalità



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