Un Bacio Alla Cannella by Walter Mosley

Un Bacio Alla Cannella by Walter Mosley

autore:Walter Mosley [Mosley, Walter]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: General, Mystery & Detective, Fiction
ISBN: 9788806198329
Google: WG-jSOurFgYC
editore: Giulio Einaudi Editore
pubblicato: 2010-10-14T22:00:00+00:00


25.

Quella notte non riuscii a riprendere sonno.

Alle quattro mi alzai e mi misi a cucinare. Per prima cosa, misi a friggere tre strisce di bacon. Ruppi due uova e le versai nel grasso del bacon, poi spalmai su una fetta di pane mostarda, e su un'altra maionese. Girai le uova e ci grattai sopra del cheddar, coprii la padella e spensi il fuoco. Preparai un caffè forte, che versai in un thermos da un litro. Infine, con le uova e la pancetta feci un sandwich, che avvolsi nella carta oleata.

Mentre percorrevo la Slauson alle cinque e un quarto del mattino, con il sacchetto della colazione accanto a me e Johnnie Walker sul sedile di dietro, cercai di approntare un piano. Maya e Bobby Lee, il povero Axel e la terrorizzata Cinnamon, l'uomo con la giacca di serpente… Niente sembrava avere senso, e io non avevo altro scopo che fare soldi per le cure di Feather.

Parcheggiai di fronte al motel, dall'altra parte della strada. Era un edificio moderno, di tre piani, con porte che si aprivano su pianerottoli aperti. La stanza numero 6 era al pianterreno, la sua porta si apriva sul parcheggio. Forse Philomena voleva essere sicura di poter saltare dalla finestra, in caso di necessità.

Rimasi seduto in macchina, pensando a cosa le avrei chiesto, e a cosa dovevo dirle. Doveva per forza essere la verità?

Quando il mio Timex segnò le sei e diciotto, la porta della camera si aprì. Ne uscì una donna alta in pantaloni neri e una lunga T-shirt bianca. Persino da quella distanza vidi che era scalza e senza reggiseno. La pelle era rossastra e i capelli lunghi e stirati. Si diresse al distributore di bibite nell'ufficio del motel, inserì le monetine poi si piegò a raccogliere la bottiglia. La strada era così tranquilla che sentii il rumore del vetro.

La donna tornò sull'uscio, si guardò attorno, e infine rientrò.

Un minuto dopo, ero anch'io sulla soglia. Rimasi ad ascoltare. Silenzio. Bussai. Silenzio. Bussai ancora. Sentii un rumore sommesso, come quello di una finestra a scorrimento.

- Philomena, sono io, - dissi a voce alta. - Easy Rawlins. Prima che venisse ad aprirmi, passò ancora mezzo minuto.

Un metro e settantacinque, lineamenti fini, occhi grandi e luminosi, ecco Philomena Cargill.

Era vero, aveva la pelle color cannella. La foto che avevo visto a casa di Lena restituiva i tratti, ma non la bellezza.

Le porsi il sacchetto di carta.

- Che cos'è?

- Un sandwich con frittata, e un thermos di caffè.

Non perse la sua compostezza, non scattò ad afferrare il sacchetto, ma di sicuro non lo accettò malvolentieri.

Si sedette con la colazione in grembo su uno dei due letti. Dopo aver chiuso la porta, posai sull'altro letto la borsa di tela che avevo portato con me.

Nella stanza c'erano tre lampade. Erano tutte accese, ma la luce era a dir poco fioca.

- Di solito sono vegetariana, - disse a bocca piena, - ma questo bacon è buonissimo.

Mentre mangiava, le versai il caffè in una tazza di plastica.

- Ci ho messo del latte, - dissi, mentre prendeva la tazza.



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