Un incendio by Megha Majumdar

Un incendio by Megha Majumdar

autore:Megha Majumdar [Majumdar, Megha]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Sperling & Kupfer
pubblicato: 2021-01-29T12:00:00+00:00


In autunno, durante la festa di Durga Puja, i giovani innamorati vagano per le strade, tenendosi per mano, fino all’alba. Fumo cerimoniale si propaga da dove i sacerdoti eseguono i loro culti, e batteristi suonano fino al mattino. Le strade, chiuse alle auto, pullulano di venditori di fritti e di zucchero filato. In alcuni quartieri vengono installate ruote panoramiche e si fanno oscillare navi da pirata là dove avrebbe dovuto esserci il traffico.

In una di queste notti, mentre la città era in festa, il leader del partito Jana Kalyan, che il signor PT ha incontrato solo un giorno, di sfuggita, un uomo con tre cellulari in mano alla volta, muore. È tardi, molto dopo l’ora di cena, quando il signor PT riceve la telefonata. Sua moglie, svegliata dallo squillo del telefono e preoccupata dal tono di voce del marito, si alza dal letto e chiede: «Cosa succede?»

Gli dice dove comprare una corona, di fiori bianchi, a quell’ora.

Il signor PT prende un risciò, quindi un taxi, poi scende dalla macchina e corre nel traffico che non si muove. La folla gli passa davanti nella direzione opposta. Ogni tanto un bambino, non più alto del suo fianco, soffia in una trombetta che quando si srotola rivela una piuma.

La casa del leader del partito si trova nella parte vecchia della città, dove le strade lasciano passare un’auto Ambassador alla volta. Due jeep della polizia tentano di controllare la folla, una massa di persone che stringono tra le mani calde tazze di terracotta di tè dal bordo freddo. Dai balconi sulla strada i vicini guardano quel raduno come se fosse una festa loro.

«Hanno portato il corpo dall’ospedale?» chiede il signor PT a un estraneo accanto a lui, un uomo con una borsa di tela come quelle degli studenti.

«Pochi minuti fa», risponde.

Il signor PT non vede facce che gli sono familiari, quindi rimane un po’ a distanza dalla casa, stringendo un lungo mazzo di fiori bianchi, gli unici che è riuscito a trovare a quell’ora. Le voci dicono che sta arrivando il primo ministro per portare le sue condoglianze, e anche il ministro dei Trasporti. Viene fatta passare una macchina: dentro c’è un attore famoso che esce in occhiali da sole. Nella folla stringe mani e abbassa la testa. Poi scompare nella casa. La folla rumoreggia e si muove all’unisono, e per un attimo il signor PT teme un assalto.

«State calmi!» urla un uomo dalla parte anteriore. «Dentro ci sono la moglie, e la sua vecchia madre, un po’ di rispetto!»

Il professore di educazione fisica si vergogna di se stesso, membro di questa folla stranamente eccitata per quello che dovrebbe essere un lutto. Si sente come si sentiva quando ha partecipato per la prima volta a una manifestazione del partito Jana Kalyan, quando era un uomo insicuro.

Sarebbe dovuto tornare a casa? Avrebbe dovuto chiamare i famigliari del defunto in un momento meno concitato? Ma ha comprato questi fiori. Non sarebbe carino far vedere a Bimala Pal che è lì? In casa erano riuniti tutti i ministri più importanti.



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