Una famiglia quasi felice by Amanda Prowse

autore:Amanda Prowse [Prowse, Amanda]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Romance, Contemporary
ISBN: 9788822705723
editore: Newton Compton Editori
pubblicato: 2017-05-03T22:00:00+00:00

Era uno di quei meravigliosi giorni d’inizio estate e Kate si stava godendo la novità di vivere sulla costa, che portava nuove avventure ogni giorno. Il sole la riscaldava attraverso la finestra mentre ciondolava nell’ufficio postale, dando un’occhiata ai barattoli di conserve fatte in casa. Si chiese se sarebbe stato poco diplomatico chiedere chi le avesse fatte, per poter andare direttamente dal produttore e risparmiare un po’. Per quanto possibile, desiderava alimenti biologici e fatti in casa per ogni pasto. Rientrava nel piano di fare di Prospect House un qualcosa di totalmente diverso dalla vita precedente delle sue ospiti, nella quale Kate poteva quasi garantire che la maggior parte del cibo arrivava già pronto o incellofanato. Aveva odiato i vassoi di plastica sui quali veniva servito il pasto in prigione. Un alloggiamento per il bollito e un altro per la crema pasticcera voleva dire che tutto sarebbe scivolato e le portate si sarebbero mischiate come il contenuto di un biberon per lattanti: disgustoso.

«Lei ha appena comprato la grande casa su in cima».

Non era una domanda, quindi non rispose, fissando invece il giovane alla sua destra che stringeva la sua pignatta e un pacco di biscotti al cioccolato. Valutò che potesse avere sui trent’anni, con l’abbronzatura e il viso segnato dalle intemperie di chi era cresciuto e aveva lavorato per tutta la vita all’aperto.

«Non ci piacciono i suoi progetti».

Neanche questo meritava una risposta, e l’uomo arrossì appena sotto il silenzioso esame di Kate, ma non abbastanza da indurlo a non ripetere la frase.

«Ho detto che non…».

«Sì sì, l’ho sentita già la prima volta. Sto solo cercando di capire due cose prima di risponderle. Per prima cosa, chi è il “noi” in questione e, secondo, cosa ne sa lei o chiunque altro dei miei progetti?».

Quello spostò il peso sull’altro piede. Kate notò che una delle due gambe era notevolmente più corta dell’altra, e la differenza era bilanciata da un pesante scarpone rialzato.

«Noi è tutto il villaggio, tutto Penmarin in realtà».

Kate spalancò gli occhi. Si portò la mano sul ciondolo di cammeo che aveva al collo, fingendosi sconcertata.

«Ma davvero? Tutto il villaggio? Santo cielo, penso di aver parlato con al massimo quattro persone da quando sono arrivata e già tutto il villaggio ce l’ha con me? Questo sì che è un risultato».

«Non con lei personalmente; ma è quello che vorrà fare qui, portare tutti quegli indesiderabili in questo piccolo luogo. La maggior parte di noi vive qui da sempre e ci sono bambini e anziani a cui pensare…».

«Dov’è che vengo messa in discussione collettivamente?»

«Che cosa?».

Kate spostò la cesta della spesa da un braccio all’altro e ripeté la sua domanda.

«Dov’è che tutti parlano di me e dei miei progetti degenerati di corrompere i bambini, distruggere la vostra comunità e la vita come l’avete conosciuta finora?».

Il suo balbettio nervoso le disse tutto quello che le serviva sapere.

«Al… pub principalmente…». Si guardò i piedi. Aveva forse detto qualcosa che non doveva?

«Grandioso! Bene, può dire al grande “noi” che stasera alle sette e trenta sarò al pub

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