Una questione di morte e di vita by Irvin D. Yalom Marilyn Yalom

Una questione di morte e di vita by Irvin D. Yalom Marilyn Yalom

autore:Irvin D. Yalom, Marilyn Yalom [Irvin D. Yalom, Marilyn Yalom]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Neri Pozza
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


OTTOBRE

15. Addio alla chemioterapia – e alla speranza

Per giorni ho temuto il momento in cui ci saremmo incontrati con la dottoressa M. per discutere i dettagli del trattamento finale. Eccoci qui: la dottoressa M. arriva pronta al nostro appuntamento e risponde a tutte le nostre varie domande in modo competente e gentile. Mi informo sul perché Marilyn non abbia reagito alla terapia, visto che sapevamo di tanti conoscenti che hanno vissuto per anni, alcuni per decenni, con il mieloma multiplo. Lei, con un’espressione triste, risponde che la scienza medica non sa perché alcuni pazienti con questa malattia non rispondano al trattamento o perché altri, come Marilyn, abbiano effetti collaterali così tossici da rendere la terapia impossibile.

Poi Marilyn, mai timida, va al sodo e chiede: «Quanto tempo ho? Quanto tempo pensa che vivrò?».

Sono scioccato – e mi sento in pena per la dottoressa. Non vorrei essere nei suoi panni. Ma lei sembra non scomporsi e dà una risposta diretta: «Nessuno può dare risposte precise, ma stimo che potrebbe trattarsi di uno o due mesi».

Ho un sussulto. Anzi, lo abbiamo entrambi: avevamo sperato e ci aspettavamo dai tre ai sei mesi in più. Strano come l’ansia sconvolga la percezione della realtà. Sono talmente sotto shock che la mia mente cambia marcia e comincio a chiedermi quanto spesso la dottoressa M. debba affrontare discussioni di questo tipo. La guardo: è una donna attraente, dalla voce dolce e compassionevole. Spero che abbia qualcuno con cui parlare dello stress che deve accumulare quotidianamente. Mi meraviglio dell’agilità del mio subconscio che tenta di proteggermi: non appena sento le parole “da uno a due mesi”, dirotto improvvisamente la mia attenzione altrove e comincio a pensare al quotidiano della dottoressa. La mia mente viaggia rapida da un luogo all’altro: non posso sopportare il pensiero che la mia Marilyn possa vivere ancora un mese al massimo.

Marilyn, straordinaria come sempre, sembra impassibile. Vorrebbe parlare di suicidio assistito, poi chiede alla dottoressa M. se vuole essere uno dei due medici richiesti per firmare l’approvazione. Entro in uno stato di turbamento. Non sto pensando in modo coerente. Mi sconvolge scoprire che morirà ingoiando delle pillole. Avevo sempre pensato che sarebbe stato tramite un’iniezione endovenosa. Mentre io posso buttarmi diverse pillole in bocca e ingoiarle facilmente, Marilyn riesce a ingoiare una sola pillola alla volta, con cautela e lentamente. Cosa succederà quando arriverà il momento? Immagino che potrei usare un mortaio e un pestello e macinare le pillole, e fare un’emulsione dalla polvere. Poi comincio a immaginarla mentre avvicina la miscela fatale alle labbra, ma così sto chiedendo troppo a me stesso. Le immagini svaniscono.

Comincio a piangere. Penso a come mi sono sempre preso cura di Marilyn – era alta poco meno di un metro e mezzo e pesava appena quarantacinque chili quando la incontrai per la prima volta, settantaquattro anni fa. Improvvisamente, immagino una scena in cui le porgo le sue pillole letali e gliele vedo andare di traverso, una dopo l’altra. Spazzo via questa scena orribile dalla mente, che subito la



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