Una valigia tira l'altra (Segretissimo SAS) by Gerard De Villiers

Una valigia tira l'altra (Segretissimo SAS) by Gerard De Villiers

autore:Gerard De Villiers [De Villiers, Gerard]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2021-11-30T12:00:00+00:00


11

Mandy diede un’occhiata disgustata all’aerostazione squallida e deserta, poi emise un profondo sospiro che le fece schizzare fuori dal vestito di jersey bianco una buona metà dei seni abbronzati… svegliando così alcuni giovani che aspettavano il loro charter da una ventina di ore. L’Airbus della Air France era atterrato alle quattro e un quarto esatte, senza il minimo ritardo. Il doganiere yemenita per poco non si lasciò sfuggire di mano il passaporto di Mandy e dovette fare uno sforzo per non violentarla seduta stante.

— Ok? — gli domandò Mandy rivolgendogli un’occhiata che fece venire al poveretto una gran voglia di spedire subito sua moglie nel deserto per un lungo pellegrinaggio.

Poi il doganiere ritrovò la voce e disse: — Per favore, apra la valigia.

Chissà perché! Tanto, anche se avesse trovato un Kalashnikov o un chilo di eroina non avrebbe detto nulla. Mandy obbedì, mettendo in mostra pile compatte di mutandine, di sottovesti, di calze e altre frivolezze. I facchini la guardavano con l’adorazione dovuta a una discendente del Profeta. Il doganiere accanto, con gli occhi fissi sui suoi seni, lasciò passare un vaso di miele contenente una mezza dozzina di pistole. Civetta, Mandy prese una corta sottoveste nera, se la fece aderire al corpo e domandò: — Mi dona?

Sull’orlo dell’infarto, il doganiere richiuse la valigia. Il vestito di jersey arrivava appena a mezza coscia. Mandy aveva posato la punta dello stivale sul banco, facendo salire di più il vestito e scoprendo il nylon sottile delle minuscole mutandine… Per avere visioni simili bisognava masticare almeno tre chili di qat.

Mandy si contorse un po’ per far rientrare i seni nel vestito, si avvolse nel suo visone color malva e si avviò verso l’uscita. Il dondolio armonioso delle sue anche ad anfora sembrava spingerla avanti, in equilibrio sugli stivali dal tacco alto. Un’alta cintura di coccodrillo borchiata le metteva in risalto la sottigliezza della vita. La bocca troppo grossa stonava nel viso falsamente infantile.

La folla si scostò rispettosamente al suo passaggio e comparve Nabil El Khuri, trasudante servilismo. Non sapendo cosa fare di preciso, prese la mano di Mandy e la baciò: un bacio lubrico e bavoso. La giovane donna puntò verso di lui i seni orgogliosi.

— Dov’è Malko?

Il libanese si spaventò.

— Non pronunci quel nome! Per favore. Ora andiamo da lui.

La paura gli aveva restituito un’espressione umana. Accompagnò Mandy a una Toyota dai vetri oscurati; il vento fece svolazzare i lunghi capelli ossigenati. Mandy sbadigliò. Le cinque del mattino: di solito andava a letto, a quell’ora. Guardò gli autisti di taxi con la loro janbiya alla cintura, vestiti in modo buffo, allocchiti.

Poi, finalmente salì sulla Toyota e l’aeroporto poté riprendere la sua vita normale. Mandy pensava a una cosa sola: rivedere Malko per dimostrargli che era sempre la stessa sporcacciona. Non aveva mai dimenticato che gli doveva le due più belle sorprese della sua vita: tre milioni di dollari e il primo orgasmo.

Malko era in attesa in camera sua, assordato dai muezzin che lanciavano i loro primi richiami, quando squillò il telefono. Udì un soffio, ma nessuno parlò, poi la comunicazione venne tolta.



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