Una volta il futuro era migliore by Sabino Cassese

Una volta il futuro era migliore by Sabino Cassese

autore:Sabino Cassese [Cassese, Sabino]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Solferino
pubblicato: 2021-02-01T23:00:00+00:00


La vita politica è in crisi

Lo Stato si fonda sui suoi cittadini, e conta sulla loro partecipazione, i cui strumenti fondamentali sono i partiti e i giornali. Gli uni e gli altri servono a educare, a consentire e promuovere il concorso, con metodo democratico, alla determinazione della politica nazionale (per parafrasare ancora una volta la Costituzione, articolo 49).

Ma il numero degli iscritti ai partiti politici è oggi intorno a poco più del 10 per cento del numero degli iscritti della metà del secolo scorso (quando il numero degli abitanti era di circa 10 milioni inferiore a oggi). La diffusione dei quotidiani dal 1990, in trent’anni, si è ridotta di poco meno dei due terzi (i giornali perdono quota a ritmi dal 7 al 10 per cento per anno).

Una ricerca dell’Istituto nazionale di statistica – Istat sulla partecipazione politica è giunta alle seguenti conclusioni: una quota rilevante di cittadini di 14 anni e più si informa di politica almeno qualche volta all’anno (71,2 per cento, circa 37 milioni e mezzo di persone). Fra i media predomina la televisione, utilizzata dall’89,2 per cento di chi si informa. Seguono a distanza i quotidiani (33,3 per cento), la radio (32,1 per cento), le riviste settimanali (7,5 per cento) e quelle non settimanali (3 per cento). Ci si informa anche tramite canali più informali, come le discussioni con amici (25,9 per cento), parenti (22,9 per cento), colleghi di lavoro (13,1 per cento) e conoscenti (12,8 per cento). Il ricorso a organizzazioni politiche o sindacali si colloca in fondo alla graduatoria, con valori intorno al 2 per cento. Confrontando i dati del 2019 con quelli del 2014, diminuisce leggermente, pur rimanendo prevalente, il ricorso alla televisione (dal 90,2 per cento all’89,2 per cento). Si riduce la lettura di informazioni politiche sui settimanali (dal 9,8 per cento al 7,5 per cento) e, in misura considerevole, sui quotidiani (dal 40,2 per cento al 33,3 per cento). Solo la radio aumenta il suo rilievo per informarsi di politica (dal 30,2 per cento al 32,1 per cento). Quotidiani e settimanali sono sempre meno strumenti per informarsi di politica, in particolare per i giovani e le persone delle classi di età centrali, ma anche per la popolazione tra i 55 e i 64 anni di età, che in passato ne era una utilizzatrice forte. C’è una quota di popolazione che non si informa di politica, né partecipa in forma diretta o indiretta alla vita politica del Paese. Si tratta di circa 12 milioni e 200 mila persone, il 23,2 per cento della popolazione con 14 anni e più, donne per quasi i due terzi (circa 7 milioni e 700mila).14

La politica, intesa come partecipazione della collettività alla propria gestione, è dunque in una fase di passaggio. I vecchi strumenti non esistono più, e ci si illude di sostituirli con le nuove tecnologie (la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica mediante la votazione elettronica, che dà l’illusione di un potere non mediato).

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