Uno psicologo nei lager by Viktor E. Frankl

Uno psicologo nei lager by Viktor E. Frankl

autore:Viktor E. Frankl [Frankl, Viktor E.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: History, Holocaust, Psychology, General
ISBN: 9788881555581
Google: 57EmuwAACAAJ
editore: Ares
pubblicato: 2012-12-14T23:00:00+00:00


UN'ANALISI ESISTENZIALE

Chi ha letto queste pagine, nelle quali abbiamo tentato di raffigurare i sintomi psicologici e di chiarire la psicopatologia dei caratteri tipici impressi sull'uomo dopo una lunga permanenza in campo di concentramento, potrebbe concludere che l'anima umana è in ultima analisi fatalmente e in modo inequivocabile condizionata dall'ambiente. Nella psicologia del Lager, infatti, è proprio questo particolare ambiente sociale a plasmare, in apparenza fatalmente, l'atteggiamento dell'uomo. Ci potremmo dunque chiedere: dov'è la libertà dell'uomo? Non esiste alcuna libertà spirituale nel comportamento dell'individuo, nella sua reazione alle condizioni ambientali? È vero dunque, come vorrebbe farci credere una Weltanschauung naturalistica, che l'uomo è solo il prodotto di alcune componenti e condizioni biologiche, psicologiche o sociali? L'uomo è dunque veramente solo il risultato casuale della sua costituzione corporea, della sua inclinazione caratteriale e della sua posizione sociale? E, in particolare: le reazioni psichiche dell'uomo all'ambiente socialmente condizionato della vita in un Lager, sono in grado di testimoniare veramente che egli " non può mai sottrarsi agli influssi della forma di esistenza, alla quale egli è forzatamente sottoposto? Deve egli soccombere a questi influssi? "Sotto la costrizione delle circostanze", delle condizioni di vita esistenti nel Lager, "non ci si può comportare diversamente?".

Ecco: possiamo rispondere a queste domande sia basandoci sulle nostre esperienze, che in linea di principio. In base alle esperienze, proprio la vita nel Lager ci ha mostrato che l'uomo è veramente in grado "di comportarsi diversamente". Potremmo riferire molti esempi, spesso eroici, che hanno provato come, in certi casi, si possa soffocare quell'apatia e quella irritabilità; come dunque sopravvive un resto di libertà spirituale, di libero atteggiamento dell'io verso il mondo, anche in quello stato, solo in apparenza di assoluta coazione, tanto esterna quanto interiore. Chi, tra coloro che hanno vissuto in campi di concentramento, non potrebbe parlare di persone che percorrevano le piazze d'armi o le baracche del Lager, dicendo una buona parola o regalando l'ultimo boccone di pane? E se pure sono stati pochi - bastano questi esempi per dimostrare che all'uomo nel Lager SI PUÒ prendere tutto, eccetto una cosa sola: l'ultima libertà umana di affrontare spiritualmente, in un modo o nell'altro, la situazione imposta. Ed esistevano veramente, le alternative! Ogni giorno, ogni ora passati nel Lager offrirono mille spunti per questa decisione interna: la decisione dell'uomo che soccombe o reagisce alle potenze dell'ambiente che minacciano di rubare quanto egli ha di più sacro - la sua libertà interna - inducendolo a diventare solo una palla da giuoco e un oggetto delle condizioni esterne, rinunciando a libertà e dignità e rendendolo il "tipico" internato in un campo di concentramento.

Da quest'ultimo punto di vista, anche le reazioni degli internati nel campo di concentramento mostrano di essere qualcosa di più della semplice manifestazione di uno stato fisico, psichico e sociale, anche se tutti questi fattori - insieme al cibo povero di calorie, alla mancanza di sonno e ai più diversi "complessi" psichici - trascinano l'uomo alla rovina, avvicinandolo a una perfetta psiche da Lager. Sotto quest'ultimo riguardo, tutto ciò che



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