V. by Thomas Pynchon

autore:Thomas Pynchon
La lingua: ita
Format: mobi, epub
ISBN: 8817106275
pubblicato: 1998-12-31T23:00:00+00:00

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Il suo commento musicale sui sogni, però, non includeva ciò che era più ovvio e forse per lui anche indispensabile: se i sogni sono solo il prodotto delle sensazioni registrate durante la veglia, prima immagazzinate e poi rielaborate, allora un voyeur non può avere dei sogni suoi. Questo fatto divenne ben presto evidente, in modo tutt'altro che inaspettato, come un'incapacità progressiva da parte sua di distinguere Godolphin da Foppl: poteva darsi che in tutto questo ci fosse lo zampino di Vera Meroving, o forse poteva essere stato tutto un sogno. Il problema era appunto quello. Per esempio, Mondaugen non aveva la minima idea di chi avesse pronunciato il seguente discorso:

«… tutte le fesserie che si dicevano sull'inferiorità della loro Kultur e sulla nostra Herrenschaft — ma quello era a uso e consumo del Kaiser e dei nostri uomini d'affari in patria; quaggiù non ci credeva nessuno, neppure il nostro allegro Lothario (era così che chiamavamo il Generale). Forse erano civilizzati tanto quanto lo eravamo noi. Io non sono un antropologo, e comunque non si possono fare paragoni diretti: erano un popolo di agricoltori, di pastori. Amavano il bestiame come noi forse amiamo i giocattoli della nostra infanzia. Sotto l'amministrazione di Leutwein, il bestiame gli è stato tolto ed è stato dato ai coloni bianchi. Gli herero ovviamente si sono ribellati, anche se a dare il via alla rivolta sono stati i bondelswaartz ottentotti dopo che il loro capo, Abraham Christian, era stato ucciso a Warmbad. Nessuno sa con precisione chi sia stato ad aprire il fuoco. È una vecchia storia su cui si è discusso a lungo. E in fondo chi può saperlo? E a chi importa? Qualcuno aveva fatto partire la scintilla, c'era bisogno di noi e noi siamo arrivati».

Foppl, forse.

Sennonché la natura della sua "complicità" con Vera Meroving stava finalmente cominciando a delinearsi nella sua mente. In apparenza Vera voleva Godolphin, per ragioni che lui poteva solo indovinare, anche se il desiderio della donna sembrava nascere da una sensualità nostalgica, i cui appetiti non si indirizzavano affatto ai nervi, alla passione, ma invece alla desolata impalpabilità della memoria. Per indebolire la sua preda, evidentemente Vera aveva avuto solo bisogno di far credere a Godolphin, con una certa dose di crudeltà, che lui fosse suo figlio, ritrovato dopo tanto tempo.

Era ragionevole supporre che Vera non avrebbe esitato a usare anche Foppl, forse per sostituire il padre così come credeva di aver sostituito il figlio: Foppl, il demone ispiratore di quell'Assedio-Party, in realtà stava modellando con sempre maggiore precisione la natura degli ospiti lì riuniti, stava imponendo loro un sogno comune. Probabilmente Mondaugen era il solo su cui le sue trame non avevano efficacia, grazie alla sua particolare abitudine di limitarsi a osservare. Perciò in quel brano di conversazione (ricordo, incubo, racconto o delirio che fosse, faceva lo stesso), chiaramente attribuibile al suo anfitrione, Mondaugen non poté fare a meno di notare che se i fatti narrati erano facilmente riconducibili a Foppl, il senso di umanità che traspariva poteva invece essere ascritto a Godolphin.

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