Vendere e comprare sesso by Giulia Garofalo Geymonat

Vendere e comprare sesso by Giulia Garofalo Geymonat

autore:Giulia, Garofalo Geymonat [Garofalo Geymonat, Giulia]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Sociologia, Farsi un'idea
ISBN: 9788815318374
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2014-10-14T22:00:00+00:00


Turisti, turiste, guide e «beach boys»

Comprare sesso lontano da casa propria è cosa che piace a molti. Alcuni viaggiano in città o in paesi vicini, dove trovano situazioni di legalità – come dall’Italia alla Svizzera o dalla Svezia alla Danimarca – oppure di avventura particolare – come un inglese in Italia o un olandese in Australia. Il termine «turista sessuale», per come si è diffuso a partire dagli anni ’90, indica però più precisamente un uomo occidentale che, da solo o con altri, si reca in paesi lontani, più poveri, e compra servizi sessuali a prezzi che, per un occidentale, sono molto favorevoli se non stracciati. La coscienza degli abusi che derivano da questi scambi – soprattutto rispetto al basso potere contrattuale delle sex worker locali e all’acquisto di servizi di minorenni – si è sviluppata in parte grazie alla crescita di organizzazioni di sex worker nei paesi asiatici. Infatti, per esempio in Thailandia, in Corea o nelle Filippine, il mercato del sesso orientato agli stranieri ha una lunga tradizione, che risale ai programmi di R&R (Rest and Relaxation) negoziati in questi paesi dall’esercito americano, e che prevedevano, a partire già dagli anni ’50, congedi organizzati per i soldati in luoghi dove potessero accedere, tra l’altro, a una grande offerta di servizi sessuali. In alcuni di questi paesi asiatici esiste tutt’oggi una grande povertà, e il mercato del sesso, seppur molto sviluppato e visibile, è illegale, il che lascia le (e i) sex worker con poche protezioni o diritti nel caso di abusi. Organizzazioni internazionali, quale per esempio Ecpat, fondata nel 1992, hanno dato particolare visibilità allo sfruttamento sessuale dei minori in relazione al turismo occidentale in Asia – e negli anni ’90 e 2000 molti paesi – il primo fu l’Australia – hanno introdotto leggi che puniscono severamente l’abuso di minori effettuato dai propri cittadini all’estero (per l’Italia questo è avvenuto con la legge 269/1998, poi aggiornata con la legge 38/2006).

Detto questo, sarebbe sbagliato pensare che la maggior parte delle (e dei) sex worker che lavorano con stranieri siano minorenni o si trovino in situazioni di grande sfruttamento, oppure che i turisti sessuali siano tutti degli approfittatori. Al contrario, generalmente, dal punto di vista delle sex worker locali, i turisti occidentali rappresentano una clientela più ricca e rispettosa di quella locale. Infatti, chi può si specializza nei clienti occidentali, studiando l’inglese e imparando ad usare a proprio vantaggio gli stereotipi razziali e culturali che gli occidentali hanno in mente – secondo cui per esempio le donne asiatiche sarebbero molto disponibili e docili, le donne africane selvagge e naturali, e le donne latino-americane molto libere. A questo proposito si vedano i lavori del gruppo di sex worker thailandesi Empower che, fra l’altro, organizza appunto corsi di inglese per sex worker.

Può essere interessante poi sapere che la maggior parte dei turisti sessuali non viaggia apposta per cercare sesso, ma è turista sessuale «per caso» e a volte non ha mai comprato sesso nel proprio paese. Lo sfruttamento che il turista sessuale



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