Verso Santiago by Cees Nooteboom

Verso Santiago by Cees Nooteboom

autore:Cees Nooteboom [Cees Nooteboom]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2023-06-11T22:00:00+00:00


E poi, in una di quelle note traditrici a piè di pagina:

The church of Iguácel is threequarters of an hour on foot beyond the village of Acín, which is about three hours from Castillo de Jaca, the nearest point on a motorroad. The church stands completely alone, and in 1928 the priest of Acín had the key.e

Ma quando finalmente arrivai ad Acín, dove dovevo chiedere la chiave al parroco del 1928, la mia prima impressione fu che fosse esplosa una bomba al neutrone. Il mondo era consumato, o meglio, la gente era sparita. Case vuote in cui fischiava il vento di montagna, una chiesa diroccata, un cimitero in rovina. Detto alla maniera russa, un paese senza anime. Che fare? Tornare indietro sarebbe stata una sconfitta, ma senza chiave, una volta arrivato, non avrei potuto vedere la chiesa. O vederla solo dall’esterno. Pioveva e mi trovavo – questo era evidente – in una valle di grande bellezza. L’ultimo rosseggiare degli alberi, un ruscello montano gorgogliante, il sentiero millenario in attesa dei miei passi. Nulla della forma di quelle montagne poteva essere cambiato, avrei camminato in un laboratorio in cui il tempo si è conservato, e non avrei incontrato nessuno, questo è sicuro, a parte gli spiriti che si inseguono dei professori Porter e Muir e naturalmente il conte Sancho, architetti, scalpellini e monaci. Non conosco un paesaggio più desolato, fratello corvo, sorella brezza, la pioggia verticale e in fondo, dove tutto finisce, quella chiesa del colore della pietra. Lo scopo primordiale delle chiese è naturalmente quello di separare con i muri l’aria conservata all’interno da quella fuori, dall’aria non consacrata del mondo. Al loro interno, dal momento della consacrazione, accade quel mistero, si origina un luogo che non è il mondo, ma dove Dio si trattiene e viene rappresentata la sua creazione.

La chiesa come rappresentazione di una realtà superiore non è un concetto astruso, e chiunque sia stato in un tempio greco, buddhista o shintoista, sa che da un tale concetto originario si sviluppa un mondo simbolico, e dappertutto ci si imbatte in quella serie quasi magica di significati palesi e nascosti in cui ogni rappresentazione e ogni oggetto riceve la propria collocazione nel sistema esoterico. Il fascino dell’arte romanica consiste nel fatto che si tratta della prima manifestazione completa di un tale sistema nel mondo reale. Una chiesa romanica è cosmogonia pietrificata, diventata immagine. Tutto è interpretazione, morale, metafisica, e al centro non c’è il Cristo crocifisso, come nel mondo gotico, ma Cristo sovrano, signore dell’universo, il Chronocrator, creatore di quello strano elemento in cui è conservata la creazione: il tempo. In quest’ottica tutto ha un significato: dal muro fino alla soglia, dalle volte fino al fonte battesimale. La caccia, le stagioni, le costellazioni, i simboli di colpa e punizione, resurrezione ed eternità, l’orso, il serpente, la coda ritta e la pigna, la linea a zigzag e la cintura incrociata, tutto aveva un significato ed era leggibile anche per chi non sapeva leggere, una lingua di cifre e segni che



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