Vite immaginarie by Marcel Schwob

Vite immaginarie by Marcel Schwob

autore:Marcel Schwob [Schwob, Marcel]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Classics, Historical
ISBN: 9788845927218
Google: UDMEuwAACAAJ
editore: Adelphi
pubblicato: 2012-10-15T09:09:25+00:00


NICOLAS LOYSELEUR

Giudice

Nacque il giorno dell’Assunzione, e fu devoto alla Vergine. Era sua abitudine invocarla in tutte le circostanze della sua vita e non poteva udire il suo nome senza avere gli occhi pieni di lacrime. Dopo aver studiato in un piccolo granaio della Rue Saint-Jacques sotto la ferula di un magro chierico, in compagnia di tre bambini che borbottavano il Donato e i salmi della Penitenza, egli imparò laboriosamente la Logica di Ockham. Così divenne ben presto baccelliere e maestro nelle .arti. Le venerabili persone che lo istruivano osservarono in lui una grande dolcezza e una piacevole compunzione.

Aveva delle labbra grasse da cui le parole scivolavano nell’adorazione. Appena ottenne il baccalaureato in teologia, la Chiesa pose gli occhi su di lui. Officiò dapprima nella diocesi del vescovo di Beauvais, che riconobbe le sue qualità e si servì di lui per informare gli Inglesi davanti a Chartres su certi movimenti dei capitani francesi. Quando egli ebbe trentacinque anni circa, fu fatto canonico della cattedrale di Rouen. Là fu buon amico di Jean Bruillot, canonico e cantore, insieme a cui salmodiava belle litanie in onore di Maria.

Talvolta faceva rimostranze a Nicole Coppequesne, che era del suo capitolo, per la sua incresciosa predilezione per santa Anastasia. Nicole Coppequesne non si stancava mai di ammirare il fatto che una ragazza così saggia avesse incantato un prefetto romano al punto di farlo innamorare, in una cucina, delle marmitte e dei paioli, che abbracciava con fervore; tanto che, con la faccia tutta annerita, divenne simile a un demonio. Ma Nicolas Loyseleur gli mostrava quanto superiore fu la potenza di Maria allorché riportò alla vita un monaco annegato. Era un monaco lubrico, ma che non aveva mai omesso di riverire la Vergine. Una notte che si era alzato per andare alle sue cattive imprese, ebbe cura, mentre passava davanti all’altare di Nostra Signora, di compiere una genuflessione, e di salutarla. La sua lubricità lo fece annegare nel fiume quella notte stessa. Ma i demoni non riuscirono a portarselo via, e quando i monaci tirarono fuori il suo corpo dall’acqua, il giorno seguente, egli riaprì gli occhi, rianimato dalla graziosa Maria. «Ah!

questa devozione è un eletto rimedio, » sospirava il canonico « e una persona venerabile e discreta come voi, Coppequesne, deve sacrificare ad essa l’amore di Anastasia ».

La grazia persuasiva di Nicolas Loyseleur non fu affatto dimenticata dal vescovo di Beauvais allorché egli cominciò a istruire a Rouen il processo di Jeanne la Lorenese. Nicolas si vestì con abiti corti, laici, e, nascosta la tonsura sotto il cappuccio, si fece introdurre nella piccola cella rotonda, sotto una scala, dove era rinchiusa la prigioniera.

« Jeannette, » disse, restando nell’ombra « mi sembra che sia santa Caterina a mandarmi da voi ».

« E in nome di Dio chi siete voi mai? » disse Jeanne.

« Un povero calzolaio di Greu, » disse Nicolas «

ahimè, del nostro infelice paese; e gli Inglesi mi hanno preso come voi, figliola mia, che siate lodata dal cielo! Vi conosco bene, suvvia; e vi ho



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