Volevo solo camminare: Un passo alla volta sul Cammino di Santiago alla scoperta di un mondo che non immaginavi by Daniela Collu

Volevo solo camminare: Un passo alla volta sul Cammino di Santiago alla scoperta di un mondo che non immaginavi by Daniela Collu

autore:Daniela Collu [Collu, Daniela]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Travel, Essays & Travelogues
ISBN: 9788855050739
Google: HnmTDwAAQBAJ
editore: VALLARDI
pubblicato: 2019-05-01T22:00:00+00:00


8

La natura delle cose o le cose della natura

Ma dove la trovate un’altra che inizi i capitoli con i giochi di parole marzulliani? Ecco, sicuramente qui o meglio, lì, laddove per lì si intenda in mezzo al paesaggio vario e variegato che fa da set al camminatore tipo sulla strada per Santiago.

La premessa è questa: io odiavo la natura, anzi, mi era completamente indifferente. Fatta eccezione per il mare, che ha sempre esercitato un certo fascino su di me (sono mezza sarda, quindi il blu, le onde, le spiagge, gli scogli, l’orizzonte, la sabbia nel costume, il sale nei capelli, i vicini con la settimana enigmistica, tutto, anche la più fastidiosa delle componenti, costituisce il perfetto set della mia felicità vacanziera), valli, colline, montagne, campagne, boschi, grotte, financo ghiacciai, solfatare e fiordi erano quanto di meno interessante il menù della vita potesse offrirmi. Io abito in città, con l’asfalto, i palazzi, i sanpietrini. Anzi, mi correggo, io vivo a Roma, avete presente? Il traffico, i monumenti, i turisti giapponesi in gruppo con l’ombrellino, i tassisti in sciopero, le buche, la metrop… ah no, la metropolitana no. Insomma, io vivo nel pieno di una realtà cittadina molto caotica, inquinata, faticosa e per me stupenda e insostituibile.

Non esisteva, fino a poco tempo fa, un paesaggio naturale che valesse la pena di un museo, di un cinema a tarda sera, o di una cantata in macchina sul Grande raccordo anulare. Gli animali nemmeno li nomino, se il massimo del mio attaccamento al mondo naturale sono gli alberi di Villa Celimontana quando vado al parco a leggere in primavera, immaginatevi che tipo di attrazione possa avere nei confronti di esseri viventi allo stato brado, spesso puzzolenti o, dio non voglia, aggressivi.

Avete capito no? Signore e signori, Paris Hilton!

Ecco, ora prendete una tizia così e piazzatela sul cammino di Santiago. E preparate i pop-corn.

Il primo giorno tutto bene, ero in città, cosa vuoi che accada? Dopo pochissimi chilometri però ero già in aperta campagna, insettini, animaletti fruscianti di cui non voglio conoscere provenienza e classificazione che si muovevano in mezzo all’erba, le cicogne in cima ai campanili, gli aquilotti da qualche parte, cavalli e mucche, erba e prati, tantissima erba e tantissimi prati.

E più si andava avanti più la natura prendeva il sopravvento, come se mangiasse chilometri di territorio alla città, in una proporzione completamente inversa a quella a cui ero abituata: un paesino minuscolo, una volta al giorno, e per tutto il resto del tempo solo natura intorno. A volte sembrava di essere in pianura padana, altre in mezzo a un episodio di Zorro, altre ancora in Madagascar, poi in Scozia, con un cambio repentino di location che nemmeno in uno studio di posa a Hollywood.

Nella prima parte del mio cammino era tutto in piano, fortunata io che ho iniziato con il naso all’insù da León, adorabile paesino dall’architettura deliziosa, e ho proseguito per i primi giorni in collina, con bellissimi campi coltivati, alberelli bassi, intere distese di solo giallo, ogni tanto uno spaventapasseri



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