Zero Zero Zero by Roberto Saviano

Zero Zero Zero by Roberto Saviano

autore:Roberto Saviano
La lingua: ita
Format: mobi, epub
editore: Feltrinelli Editore
pubblicato: 2013-04-08T22:00:00+00:00


Vincenzo Barbieri è stato ammazzato nel marzo del 2011 nel più classico agguato di mafia. Una Audi A3 grigia gli si accosta nel tardo pomeriggio, quando è appena uscito da un tabacchino o proprio lì davanti aveva un appuntamento. Scendono due killer a volto coperto e gli scaricano addosso una calibro 7,65 e una lupara. La lupara non serve per uccidere, ma a dilaniare con i pallettoni le carni della vittima in segno di spregio. Gli sparano in testa e rimontano sull’auto rimasta con il motore acceso. Nel panico si abbassano di colpo le saracinesche, i passanti scappano nei bar per scampare tanto al fuoco che al pericolo di aver visto troppo. È un meccanismo oliato, una competenza atavica, anche se da molto a San Calogero non avvenivano più esecuzioni. Barbieri non abitava lì da anni, però lo hanno ammazzato al centro del suo paese, in mezzo alle viuzze strette e contorte, senza curarsi della gente per strada o delle telecamere che la sorvegliano. La macchina viene ritrovata quattro giorni dopo, bruciata, a pochi chilometri di distanza. Tutto da copione, tutto esemplare.

Chi ha voluto morto Barbieri? O chi più di altri? Perché proprio in quel momento? Qual è stata la colpa che ha fatto pender la bilancia verso la sentenza capitale? Il Ragioniere di errori imputabili dalla ’ndrangheta ne aveva fatti parecchi. Il giro d’importazioni attraverso le aziende e la persona di Fuduli era già stato allestito con molti pasticci e scorrettezze. Ma gli “uomini d’onore”, sin dove possono, preferiscono risolvere i conflitti con i soldi, tanto più silenziosi e utili, anziché col piombo. Aveva creduto di servirsi di un fantoccio, che si è rivelato il peggiore degli infami. Eppure Vincenzo Barbieri s’era dato parecchio da fare. Con il suo compare Francesco Ventrici, il Ciccione, era anche partito alla conquista della rossa, grassa Emilia.

Lassù ci si può muovere con più agio negli affari e anche gli stili di vita sono molto più rilassati e liberi. Nessuno ha da ridire se costruisci una villona rustica per metterci dentro la famiglia, ci convochi in taverna le riunioni particolari, ti godi il lusso pacchiano del salotto, vegliato e benedetto da un grande ritratto a olio di tuo padre. Poi la sera ti fai mezz’oretta di strada dal nuovo comune di provincia a quello vecchio per ritirarti agli arresti domiciliari. Come fa Ventrici, che dei due rimane quello dai gusti più rustici e provinciali. Nemmeno ti guardano in cagnesco se intesti ad altri il tuo parco auto fatto di Porsche, Mercedes e Maserati, o se preferisci vivere in pieno centro, in un attico di rappresentanza in via Saffi, a Bologna. Come fa Barbieri, che vi finisce perquisito a giugno del 2009, trovato con 118.295 euro in contanti e arrestato per transazioni finanziarie illecite. È il primo segnale d’inciampo in tanti anni. Ai magistrati bolognesi richiama alla memoria il suo primo arresto emiliano, quello seguito all’ordinanza di Decollo. Si era piazzato per diversi mesi nella camera 115 del Grand Hotel Baglioni, l’unico albergo della categoria superlusso del capoluogo.



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