Zona rossa by Brad Thor

Zona rossa by Brad Thor

autore:Brad Thor [Thor, Brad]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Rizzoli
pubblicato: 2019-07-14T22:00:00+00:00


40

Sloane sapeva esattamente cosa stava facendo. Con addosso il vestito comprato da Harvath era già pronta per la caccia grossa, ma l’abbigliamento era solo una componente. La seduzione era un ballo, uno scambio di segnali quasi impercettibili: movenze, sguardi, espressioni…

Fece del suo meglio per ignorare Sparrman, consentendogli però di sorprenderla a guardarlo, quando desiderava che se ne accorgesse. Anche questo faceva parte del gioco.

Restò perlopiù concentrata sulla Jasinski, che le fece da occhi, dicendole cosa stava accadendo al bancone e se il bersaglio le fissava. La Jasinski conosceva il gioco, ed era una spalla eccezionale. Sapeva quando spingere sull’acceleratore, quando sorridere e ridere. Erano in una specie di gara con la partita di calcio: loro dovevano risultare più piacevoli e allettanti del match. Ben presto, ebbero la risposta che cercavano. Sparrman si staccò dal bancone, si diresse al loro tavolo e chiese alle due di dove fossero.

Harvath aveva già confezionato una copertura per entrambe. Diedero allo svedese la versione corta, dopodiché lui chiese se poteva sedersi al loro tavolo e offrir loro da bere. Fu la Jasinski a dire di sì, anche se era evidente che l’uomo si stesse rivolgendo a Sloane.

Staffan si accomodò e fece venire la cameriera; ordinò un’altra birra per sé e chiese alle signore cosa volevano. Anche loro optarono per delle birre, ma più leggere, delle Amstel Light. Non potevano sapere per quanto tempo sarebbero rimaste a bere: più basso era il contenuto di alcol di ciò che consumavano, meglio era.

Mentre aspettavano, Sloane ne approfittò per fornire qualche dettaglio in più della loro storia di copertura: da dove venissero e cosa facessero in Svezia. Quando domandò a Sparrman come si guadagnasse da vivere, lui rispose che possedeva uno dei ranch più grandi dell’isola. Lei giocò a fare l’incredula e chiese di vedere le mani, che lui mostrò. Lei gli sfiorò con un dito le linee e i calli. Se quell’uomo non aveva già i bollori, presto la sua temperatura corporea avrebbe iniziato a salire. E lei aveva imparato qualcosa in più sul suo conto, qualcosa che non le aveva detto.

Finite le birre, Sparrman offrì un altro giro, mentre continuavano a ridere e dire scemenze. Alla terza bevuta la Jasinski si scusò: doveva andare in bagno. Una volta lì mandò ad Harvath un messaggio, per aggiornarlo sulla situazione. Tutto procedeva bene, ma Sparrman sembrava accontentarsi di starsene seduto insieme a una bella donna, a bere birra e alzare lo sguardo verso il televisore ogni volta che i suoi colleghi al bancone esultavano o si abbandonavano a un brontolio collettivo.

Harvath rispose che Sloane doveva alzare la temperatura, ma la Jasinski ribatté che stava facendo un ottimo lavoro. Dovevano solo essere pazienti.

Uscita dal bagno si fermò al bancone e si fece cambiare una grossa banconota, così da avere i soldi per il jukebox. Un russo la stava mangiando con gli occhi e lei gli chiese, in inglese, se volesse ascoltare una canzone in particolare.

La domanda sembrò coglierlo di sorpresa. Le parve quasi di sentire il rumore frenetico degli ingranaggi nella sua testa.



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