Red: la caduta (Urania Jumbo) by Linda Nagata

Red: la caduta (Urania Jumbo) by Linda Nagata

autore:Linda Nagata [Nagata, Linda]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2023-02-06T12:00:00+00:00


Le regole dell’ingaggio

Raggiungo la porta della suite e la apro, tenendo l’HITR nascosto. «Papà Orso.»

Indossa un maglione nero, pantaloni neri, stivali neri e un cappotto elegante dello stesso colore. Avanza con la schiena dritta e le spalle tese, ma il suo volto pesante e pieno di rughe è tirato. FaceValue conferma una forte tensione emotiva. Non l’ho mai visto così sincero nelle sue emozioni, prima d’ora.

Inizio ad avere dei sospetti. È cambiato qualcosa di fondamentale. E io devo capire da che parte sta, adesso. «Papà Orso, chi sono i tuoi amici di sotto?»

Questo mi fa guadagnare un’occhiata torva e poi un’alzata di spalle. «Se non altro, stai imparando l’arte della cautela.» Agita una mano. «Fammi entrare. Non sono qui per ucciderti.»

Mi faccio da parte, aprendo di più la porta e poi richiudendola dietro di lui. Si siede sul divano, dando un’occhiata al monitor, sebbene questo mostri soltanto il corridoio vuoto.

Mi metto in spalla l’HITR e recupero il telecomando, facendo comparire le altre due telecamere: quella in ascensore e quella della sala d’aspetto, con gli uomini in attesa. «Sei venuto con loro, vero?»

«Sì. Anche se sono più amici tuoi che miei.» Si appoggia all’indietro, osservando Logan che sta guardando accigliato il monitor, e poi Tran, vicino alla porta della suite con il suo M4. «Sono americani» riprende Leonid. «Speravano di incontrarvi prima che lasciaste l’ospedale, ma a quanto pare ve ne siete andati prima del previsto.»

«Hai saputo quello che è successo a Issam?»

«Sì.»

«Sono qui per arrestarci?»

«Vorrebbero prendervi in custodia. Non per arrestarvi, ma per proteggervi. Voi tre, e anche me.»

«È stato Abajian a mandarli?»

Lui si stringe nelle spalle in un gesto ampio e vasto, che fa muovere tutta la parte superiore del suo corpo e fa pensare, in qualche modo, a un pessimismo vecchio di generazioni. «Non saprei dirlo. Questa rete di contatti, chi lavora per chi, chi deve lealtà o favori a chi, non mi pare così importante, adesso. Sembra che mia nipote, la figlia di mia sorella, Yana Semakova, abbia sofferto lo stesso destino del nostro amico Issam.»

«Cosa?» Non riesco a credere alle sue parole. Mi lascio cadere sulla sedia davanti a lui, deciso a saperne di più.

«Mi è stato detto che in entrambi i casi c’è stata un’improvvisa e gravissima reazione allergica.»

«Stronzate» interviene Tran.

Leonid annuisce.

«Lei era mia nipote. Questo era già abbastanza pericoloso, ma comunque non era una donna accomodante. Aveva dei nemici. Ha parlato apertamente contro la Guerra artica, ha fatto nomi, ha dato la colpa a chi non voleva o non poteva mettere fine al conflitto. Voglio sapere chi ha proposto al “circo di assassini” che la prima stazione orbitante da colpire dovesse essere la sua. Questo desiderio è partito dal governo russo? Dai canadesi? Dai cinesi? O è stato il Consiglio Shahin a decidere da solo?» Si piega in avanti di colpo, come schiacciato da un peso insopportabile, sorretto soltanto dai gomiti posati sulle ginocchia. Gli tremano le mani, la mascella si serra, i muscoli sono sempre più tesi. E mi rendo conto che non sa come esprimere il cordoglio.



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