Terra e spazio - Volume 1 by Arthur C. Clarke

Terra e spazio - Volume 1 by Arthur C. Clarke

autore:Arthur C. Clarke [Clarke, Arthur C.]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fantascienza
ISBN: 9788852095290
editore: Mondadori
pubblicato: 2019-06-05T22:00:00+00:00


2

La leggenda di Comarre

Peyton cadde come un sasso per quasi duemila metri prima di accendere il neutralizzatore. Il flusso precipitoso dell’aria era esaltante, per quanto gli togliesse il fiato. Precipitava a meno di duecento all’ora, ma l’impressione della velocità era aumentata dalla vicinanza del grande edificio che svettava verso l’alto a pochi metri di distanza.

La morbida controspinta del campo di decelerazione lo rallentò a circa trecento metri dal suolo, e il ragazzo planò senza scosse verso le file di trasvolatori parcheggiati ai piedi della torre.

La sua macchinetta sportiva era una monoposto interamente automatica. Per lo meno, lo era stata quando l’avevano costruita tre secoli prima, ma l’attuale proprietario aveva apportato così tante modifiche illegali, che nessun altro al mondo avrebbe potuto pilotarla e sopravvivere per raccontarlo.

Tolta la cintura neutralizzatrice – un aggeggio divertente che, per quanto antiquato da un punto di vista tecnico, aveva ancora interessanti possibilità –, Peyton entrò nella macchina attraverso il doppio portello. Due minuti dopo, le torri della città sparivano sotto il margine del mondo e le disabitate Terre Selvagge filavano sotto di lui a seimila chilometri l’ora.

Peyton puntò verso ovest e si trovò quasi subito sopra l’oceano. Non poteva far altro che aspettare; la minuscola astronave sarebbe giunta automaticamente alla meta. Si appoggiò allo schienale del sedile, rimuginando amari pensieri, autocompatendosi.

Era più turbato di quanto volesse ammettere. Il fatto che la sua famiglia non condividesse i suoi interessi tecnici aveva cessato di angustiarlo da diversi anni. Ma quell’opposizione che montava con costanza, giunta adesso a una crisi, era qualcosa di completamente nuovo, che in nessun modo riusciva a comprendere.

Dieci minuti dopo, un unico pilone bianco cominciò a spuntare dall’oceano come la spada Excalibur affiorante dal lago. La città nota al mondo come Scientia, e ai suoi più cinici abitanti come Torre dei Lunatici, era stata costruita otto secoli prima su un’isola distante dalle più vaste masse di terra. Un gesto di indipendenza, perché le ultime tracce di nazionalismo permanevano ancora in quell’età lontana.

Peyton scese sullo spiazzo di atterraggio e andò verso l’ingresso più vicino. Il rimbombo delle grandi onde che si rompevano sugli scogli a cento metri di distanza era un rumore che non mancava mai di impressionarlo.

Si fermò per un momento nell’ingresso, inspirando l’aria salmastra e osservando i gabbiani e gli uccelli migratori che volavano in cerchio intorno alla torre. Usavano quel fazzoletto di terra per riposarsi quando l’uomo ancora osservava l’alba con occhi perplessi, chiedendosi se l’astro che sorgeva fosse un dio.

L’ufficio di genetica occupava cento piani vicino al centro dell’edificio. Peyton aveva impiegato dieci minuti a raggiungere la Città della Scienza: quasi altrettanti ne impiegò per trovare l’uomo che cercava nei chilometri e chilometri cubi di uffici e di laboratori.

Alan Henson II era ancora uno dei suoi più cari amici, anche se aveva lasciato l’Università dell’Antartide due anni prima e si era messo a studiare biogenetica anziché ingegneria. Quando era nei guai, circostanza non infrequente, Peyton trovava molto rassicurante il calmo buonsenso dell’amico. Era naturale che fosse volato fino a Scientia, soprattutto dopo che Henson l’aveva chiamato urgentemente solo il giorno prima.



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